La parola “spina” probabilmente la conosci, la spina è un oggetto aguzzo, un oggetto appuntito, un oggetto acuminato, insomma un oggetto che punge. Probabilmente conosci anche il proverbio: “Non ci sono rose senza spine”. E saprai, sicuramente, che anche i porcospini hanno le spine. Ma forse quello che non sai è che, da tanto, forse troppo tempo, anche tu vivi con una spina, conficcata proprio nel fianco.
So questo perché molte delle persone che si rivolgono a me, nel mio studio di psicologo a Monterotondo oppure online, mi riferiscono questo fastidio oppure parlando del problema che li conduce da me si accorgono di averla.
E questo non è piacevole, perché avere un spina nel fianco significa che abbiamo un oggetto appuntito conficcato nel fianco, che ci dà evidentemente fastidio, ci fa male, ci crea problemi e non riusciamo a liberarcene. Perché è conficcato nel fianco: noi ci muoviamo e quest’oggetto ce l’abbiamo sempre addosso. Ci segue ovunque andiamo, perché giustamente è conficcato nel nostro fianco.
Qual è la tua spina nel fianco?
In un weekend di formazione e crescita personale si è messo in pratica un esercizio, che voglio proporre anche a te: scrivere su un post-it un proprio punto debole, il più debole di tutti, il più doloroso di tutti ed attaccarlo con una spilla da balia ai pantaloni, quindi da metterla appena alzati e prima di dormire.
Il problema di questo esercizio non era tanto il rischio che la spilla si aprisse, ma l’atto simbolico di ammettere a se stessi di avere una spina addosso, di scriverla e di guardarla, per tutto il giorno.
In genere si parla abbastanza spesso dei punti di forza di una persona, cioè delle cose che nella vita vengono meglio, grazie ai propri talenti, alle proprie capacità e competenze, alle proprie esperienze e propensioni. Invece qui si parlava di spine nel fianco e, si sa, quando si pensa alle proprie debolezze, lo si fa per criticarsi, per ridicolizzarsi o sminuirsi, per “ruminare” all’infinito sulle proprie esperienze negative. Per qualche motivo, nella nostra cultura esiste un modello di condotta che ci porta a desiderare di nascondere le nostre debolezze, un modello secondo il quale bisogna mostrarsi sempre al meglio, sforzandosi per essere i migliori.
Accettare di avere una spina nel fianco per far fiorire la rosa
Accettare di fronte a se stessi e agli altri la propria vulnerabilità richiede una dimostrazione di coraggio e valore, poiché implica la capacità di accettarsi ed è proprio davanti a questo che ha inizio il processo che ci porta ad un vero e proprio sviluppo interno, attraverso il quale ci si potrà amare incondizionatamente, raggiungendo uno stato di maggior benessere e pace.
Quando, finalmente, vedi la tua spina capisci di cosa è fatta, come la gestisci, cosa nasconde, come va trattata, perché solo conoscendola capisci come curarla ed in quel esatto momento, dopo un po’ di tempo, vedrai un piccolo germoglio: la tua rosa, perché “Non ci sono rose senza spine”.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE