Può essere accaduto nell’infanzia più remota oppure può essere accaduto oggi stesso, il trauma non conosce il tempo, sta lì, fisso, pungente e doloroso. Molte persone attraversando la porta del mio studio di psicologo a Monterotondo, hanno portato con loro il peso dei loro traumi. D’altronde la parola ‘trauma’ deriva dal greco ‘foro, perforamento’. In ambito psicologico, ci si riferisce al trauma come ad un evento particolarmente spaventoso, tale da lasciare uno strascico emotivo ed esperienziale che si estende al di là dell’evento stesso.
Infatti le persone che vivono il “trauma” sono continuamente tormentate dal ricordo del trauma. Sono terrorizzate da un passato che continua ad inondare e sommergere il presente di paura, dolore e rabbia, sotto forma di incubi, ricordi, immagini, suoni, odori, flashback, impedendo loro di proseguire il suo cammino verso il futuro.
Chi ha vissuto un trauma prova una forma di paura motivata da una reale esperienza vissuta, che può diventare disfunzionale quando suscita reazioni incontrollate di panico in situazioni che possono essere associate a quella esperienza traumatica. In questo modo si innesca una sequenza di tentate soluzioni che, invece di attenuare la paura, la incrementano. Infatti per proteggersi dalla paura queste persone, di solito, mettono in atto lo stesso copione usato per l’ansia generalizzata.
Tentate soluzioni post-traumatiche
Nessuno vuole ricordare ciò che gli causa sofferenza, per questo nell’illusione di poter in qualche modo “dimenticare” il trauma vissuto e tenere sotto controllo le spaventose sensazioni ad esso correlate, la persona cerca di non pensare a quanto capitato. Ma così facendo, sperimenta la situazione paradossale per cui più cerca di dimenticare più finisce per ricordare sempre di più.
Inoltre un altro tentativo è quello di scacciare dalla propria memoria ogni traccia del trauma, evitando qualsiasi stimolo somigliante. L’effetto di ogni evitamento è però quello di portare ad una vera e propria catena di progressivi evitamenti fino a quando anche situazioni o luoghi un tempo “neutri” vengono gradatamente vissuti come pericolosi.
Infine la persona traumatizzata ricorre spesso all’aiuto degli altri. Farsi accompagnare nei luoghi ritenuti “pericolosi”, farsi continuamente rassicurare, confortare o semplicemente ascoltare… queste strategie, che all’inizio sono sempre efficaci, conducono invece al progressivo peggioramento della situazione di incapacità della persona che, delegando agli altri il gestire gli effetti del trauma, finisce per creare una vera e propria dipendenza e ridurre ancora di più la propria autonomia.
Ma quanto dura un trauma?
Un trauma non superato lascia ferite profonde nella vita della persona che lo ha subito. La Terapia Breve Strategica utilizza un protocollo specifico per il trattamento di questo disturbo: il Romanzo del Trauma, che consiste nel narrare e narrare più volte l’esperienza traumatica subita fino a che la stessa non venga rielaborata. Insomma, passarci in mezzo per venirne fuori.
Mettere nero su bianco tutti i pensieri, le emozioni , le sensazioni e le immagini narrando più volte l’esperienza vissuta in modo sempre più dettagliato. In questo modo ci si potrà gradualmente distaccare a livello emotivo e il passato tornerà a ricollocarsi nel passato.
L’obiettivo principale della terapia è trasformare quella ferita in una cicatrice, che pur non scomparendo del tutto, permette alla persona di riappropriarsi gradualmente della propria vita.
Perché d’altronde solo quando svelerai le tue risorse potrai sdraiarti tra le macerie del dolore, e sospirando, sorriderai, cercando nella volta celeste i frammenti di luce, con cui costruirai il tuo nuovo cammino.
“Nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale” diceva Karl Barth.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE