A fine giornata o durante le brevissime pause che costellano la mia giornata, quasi istintivamente, dopo aver dato un’occhiata fugace fuori dalla finestra del mio studio di Monterotondo la prima cosa che faccio è guardare le notifiche di Whatsapp.
Lo faccio per una ragione sociale, dato che molti dei miei pazienti comunicano con me su Whatsapp: se mi devono dire qualcosa, se devono fissare o disdire un appuntamento… Whatsapp è diventata la forma di comunicazione per eccellenza, sia nell’aspetto professionale che informale.
Ormai Whatsapp esiste da così tanto tempo, che è diventato essenziale nella nostra quotidianità ed ogni tanto i vari crush dell’app ci mostrano come andiamo fuori controllo quando questa vitale applicazione si arresta temporaneamente.
Whatsapp piace perché soddisfa due grandi desideri umani: il controllo e l’immediatezza.
Chi di noi non controlla, due secondi dopo aver inviato un messaggio, se la spunta è blu? E quanta rabbia ci fa salire chi ha tolto l’opzione della spunta blu? Chi non fissa quanto una persona sta online e fa ipotesi su cosa stia facendo o con chi stia parlando? Lo facciamo con tutti, ma c’è una categoria con la quale siamo ancora più attenti: i partner.
Sicuramente ricorderete tutti quanto, qualche anno fa, il film di Paolo Genovese “Perfetti Sconosciuti” fece successo. La trama è molto semplice: si tratta di una cena tra amici in cui per gioco i partecipanti decidono di condividere per la durata della sera tutto quello che riceveranno sui propri cellulari, dalle chiamate ai messaggi. Ne emerge una serie di scoperte nefaste legate ai segreti più intimi dei personaggi che creeranno problemi di non poco conto nelle coppie e non solo.
Segreti e tradimenti sono i due temi principali del film, soprattutto relativamente alla vita di coppia. Il film deve il suo successo al fatto che ognuno di noi ha potuto immedesimarsi in esso. Tutti abbiamo quella croce e delizia di scatola nera perennemente tra le mani e tutti custodiamo in essa almeno un segreto.
Sappiamo che ognuno di noi custodisce qualcosa di prezioso all’interno del telefono, non necessariamente inerente al tradimento, anche una semplice confidenza, uno sfogo, un “chiacchiericcio” su qualcuno… Per questo, soprattutto con i partner, dai quali ci aspettiamo che non ci nascondino mai nulla, sentiamo la necessità di controllare.
Ma ormai sappiamo bene quanto il controllo faccia perdere il controllo. Ed anche in questo caso la regola viene riconfermata.
Quante volte sarà capitato: il tuo partner sotto la doccia, e tu li, irrefrenabilmente a sbirciare nel suo telefono… perché quella voglia ad un certo punto sale e non sempre riusciamo a frenarla, lasciandoci trasportare dalle nostre emozioni e dalla nostra curiosità, che spesso è incontrollabile, soprattutto se il suo telefono ha una password, perché d’altronde: “Per quale motivo ha bisogno proteggere qualcosa che non contiene nulla di “compromettente”?”
Assaliti da questi dubbi amletici la sola “soluzione” per placare l’angoscia sembra essere controllare il cellulare: in questo modo, si avrà la sensazione di controllare non solo la situazione, ma anche le nostre paure.
Ogni essere umano si è illuso che attraverso il pensiero e le sue capacità cognitive-razionali ha sviluppato l’illusione di poter controllare tutto. Eppure colui che vorrebbe rendere prevedibile e controllabile ciò che è imprevedibile e incontrollabile rimane travolto da una compulsione incontrollabile.
Inoltre quello che potrebbe accadere è che una conversazione, una faccina, una foto o qualsiasi altro contenuto poco definito venga interpretato in maniera poco congrua al contesto in cui si è generato e ciò potrebbe farci mettere in atto dei comportamenti scontrosi nei confronti del nostro partner a causa di un malinteso, che non potrà essere facilmente chiarito, dato che confessando di aver sbriciato nel telefono dell’altro susciteremo in esso, inevitabilmente, una sensazione di sfiducia e di delusione.
Avere una mancanza di fiducia nella persona amata potrebbe essere un segnale di qualcosa che non va nel rapporto. Se in voi è nata la necessità di controllarlo, affrontate la cosa direttamente con lui o lei. Altrimenti se non riuscite a superare le vostre paure, affidatevi ad un professionista.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE