Qualcuno di voi si ricorderà che “Senti chi parla” era un film degli anni ’90, in cui veniva data voce anche ai neonati e, nel sequel, ai cani, protagonisti del film, una voce che però gli adulti non potevano ascoltare.
Dagli anni ’90 ad oggi la tematica dell’ascolto è ancora più attuale. Viviamo nell’era della comunicazione veloce, trasversale, ma una breve osservazione ci basta a capire che la velocità non è sinonimo di genuinità. Ti faccio un esempio che avrai sicuramente a portata di mano: gli audio di Whatsapp, che già da diverso tempo sono stati velocizzati, una comodità che, però, al tempo stesso si fa portavoce di una triste realtà: si dedica troppo poco ascolto a chi ci parla.
Si dimentica che l’ascolto è parte integrante del processo comunicativo. Senza l’ascolto, il dialogo diventa monologo. L’ascolto è una parte importante dell’interazione tra due persone. Se nessuno ascolta, la parola non ha nessuna utilità. Se nessuno accoglie l’informazione, quest’ultima perde di valore, di significato, perché ha senso solo se il messaggio crea un ponte tra le persone, un ponte tra me e l’altro. Se manca questo ponte, o se una “riva” viene a mancare, non c’è comunicazione, ecco perché saper ascoltare è importante tanto quanto sapersi esprimere.
Non si può non comunicare (e quindi non si può non ascoltare)
Il primo assioma della Pragmatica della Comunicazione afferma che “Non si può non comunicare”. Infatti, secondo questo assioma, ogni nostro comportamento ha un valore di comunicazione, cioè trasmette un messaggio nell’ambiente, il quale interpreterà, darà significato a quel comportamento.
In questo senso anche il silenzio è un atto comunicativo: infatti lo stare in silenzio in un gruppo o durante una conversazione, può suscitare reazioni diverse nei nostri interlocutori, che tenteranno di dare un senso a questo silenzio, interpretando secondo le proprie conoscenze di noi, secondo i propri parametri culturali, educativi e sociali. Il punto non è tanto se l’interpretazione sarà corretta o meno, ma rendersi conto che inevitabilmente il nostro comportamento susciterà delle reazioni, così come il comportamento dell’altro genererà delle nostre risposte quantomeno emotive. Questo conferma che la comunicazione è relazione.
Pertanto anche nell’ascolto, quando accogliamo le informazioni ricevute dall’altro nella loro complessità, facendo attenzione all’intero spettro comunicativo del messaggio che ci viene dato, ascoltiamo la voce e le sue intonazioni, ascoltiamo le parole e anche le pause, i silenzi, ascoltiamo il corpo con i suoi gesti, le sue posizioni. Creiamo anche qui relazione.
Ascoltare è un’arte che s’impara col tempo, che si perfeziona grazie all’esperienza. Ci permette non solo di diventare dei buoni ascoltatori, ma dei migliori oratori. Ogni volta che prestiamo davvero attenzione all’altro e ci permettiamo di accogliere dentro di noi le informazioni che ci manda, il nostro mondo si arricchisce.
Essere ascoltati è un desiderio universale
Essere ascoltati è la porta d’ingresso per essere compresi, desideriamo essere ascoltati, capiti, non giudicati. Desideriamo comprensione e non soluzioni preconfezionate da altri, perchè questo ci fa sentire inadeguati, stupidi e, tendenzialmente, ci fa infuriare ancora di più.
Molte delle persone, che si recano nel mio studio di Monterotondo o che seguo online, si lamentano di non essere abbastanza ascoltati da chi li circonda e, quindi, di conseguenza, di non essere compresi. Non a caso la parola ascoltare deriva da “auscultare”, cioè sentire con delicatezza e cura, cercare la verità dell’altro, tenerla nella dovuta considerazione, accogliere l’altro nella propria dimensione.
Una parola viene non soltanto ascoltata, ma custodita nel cuore. L’ascolto è una forma d’amore, un modo per esprimere all’altro che ciò che dice ha un valore, è interessante e non svanisce nel nulla. Esso consiste nello smettere di parlare e di fare, nel lasciare che l’altro possa manifestarsi, nel fargli spazio per esprimersi.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE