È una riflessione alla quale volevo indurvi da tempo ma, a ben pensarci, è meglio che lo faccia subito, fino a che l’aria della notte è tiepida e le finestre sono ancora aperte.
Già, perché questo facilita tanto me quanto voi.
Prova ad ascoltare con me la notte … aiutandoti con questo capolavoro di Magritte.
Dalle stanze, attraverso le finestre aperte e le tende che si muovono lievi, in estate i pensieri si espandono, evadono dalle quattro mura della camera, invadono le strade, i cortili.
Le parole s’incontrano, come vecchi e buoni amici ma anche si evitano o si scontrano, talvolta litigano e tirano fuori sopiti rancori, e tutte insieme si fondono nel silenzio della notte.
Sono i pensieri che ognuno di noi fa prima di prendere sonno.
Non importa che quel tempo duri solo qualche istante perché il sonno arriva veloce e senza intoppi, oppure si protragga per ore in un’insonnia patologica; lì, con le luci spente, i rumori ovattati, la solitudine di un’umanità diradata, la nostra mente si riavvolge su se stessa e si spoglia. Sono gli attimi più intensi della giornata, prima che un’altra abbia inizio, quelli più temuti ma anche attesi.
Prendono corpo progetti, sogni:
quanti traslochi, spostamenti di mobilia, pareti che cambiano colore, giardini che fioriscono … “se spostassi il divano di qua … se facessi lilla la camera della bambina … se riuscissi a mettere a posto la vecchia casa della nonna … se … se riuscissi a ricavare una stanza dalla soffitta, … se … se …”
La casa dei sogni, il giardino dei sogni, il viaggio dei sogni. Al mattino resta un piacevole senso di soddisfazione; seppur nei ‘sogni a occhi aperti che precedono i sogni’, quella casa, quel giardino, quel viaggio, li hai vissuti. In fondo chi può dire che il sogno altro non sia che una realtà parallela?
Comunque non accantonarli con la scusa dei ‘sogni’. Molto spesso sono ottime idee realizzabili a patto di metterci il medesimo entusiasmo e fantasia di quando sei sotto le lenzuola.
Si lavora:
chissà perché – succede pure agli psicologi, fidatevi! – appena si distendono le gambe il cervello mette in moto tutte le rotelle che possiede, anche quelle che durante il giorno proprio non ne vogliono sapere di far girare il meccanismo.
Lampi di puro genio, soluzioni a questioni impossibili, la formula che si cercava da tempo, proprio quella giusta, la frase perfetta dove tutte le parole seguono il filo logico alla perfezione.
Viene l’istinto di alzarsi e agire, … ma no, quel momento di genialità purissima potrebbe svanire come un incantesimo; meglio cercare di tenerlo stretto fino al mattino, quando docile si concretizzerà … oppure ci si accorgerà di averlo perso nell’oblio della notte.
Si sublimano amori:
la sconosciuta che ha strizzato l’occhio in metro, la collega inaspettatamente single, la compagna di scuola, la più bella di tutte, quella che non ha occhi per nessuno, un vecchio amore che ritorna, uno nuovo che si affaccia, un sogno proibito e impossibile, un rapporto da recuperare.
“Mi chiederà scusa, arriverà con una rosa in mano”
“Le chiederò scusa … arriverò da lei con una rosa in mano”
Sono i pensieri che fanno venire desiderio di addormentarsi, e non solo fra le braccia dei sogni …
L’importante è non cadere nella trappola dell’ossessione, subdola e che spesso si annida nel buio.
Si scatenano litigi:
schiaffi mai dati che volano, anche magari quel cazzotto che frigge nel pugno, parole libere da vincoli e freni che danno fondo a tutto il vocabolario italiano e dialettale di competenza, pentoloni di rabbie bollite che borbottano da tempo e finalmente si scoperchiano e traboccano.
“mi aveva detto … mi aveva fatto … no, io non dimentico, … ma prima o poi mi capita a tiro …”
Certe volte ci si stanca talmente tanto in questo prendersi a insulti e botte mentale che ci si addormenta per la stanchezza!
Possono essere una buona valvola di sfogo virtuale ma attenzione a non lasciarsi trascinare nel vortice dei rancori, dell’egocentrismo e dell’autocommiserazione.
Soprattutto però prendono forma le angosce, lievitano i problemi, ci alitano sul collo come fantasmi:
“Come affronterò quella spesa? … come sistemerò mio padre anziano? … troverò lavoro? … guarirò? … Come devo fare? Non ci riesco, non posso, non ce la faccio …”.
Distesi nel silenzio, i problemi reali s’inerpicano su pareti ripidissime e lisce come specchi puliti, vi si arroccano e diventano inaccessibili e irraggiungibili.
Non cascarci! Non perdere il controllo della situazione; quelli sono fantasmi, non problemi, e i fantasmi non esistono … o se esistono non hanno potere sulla realtà.
Mi sto accorgendo che, rapito dalla magia di questa notte estiva, mi sto dilungando troppo. Allora vi lascio ai vostri sogni, ma non è finita qui. La prossima settimana ti darò qualche dritta per costruirti un acchiappasogni virtuale.
A proposito … lo sai vero che cos’è un Acchiappasogni? Bellissimo, in fili colorati che s’intrecciano e piume che ondeggiano nel vento.
Buon vento
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola