La vita di ognuno di noi è fatta di alti e bassi. Il mio allora era un periodo particolarmente buio, e non riuscivo a trovare una motivazione per reagire e ricominciare a vivere. Si, ricominciare a vivere era quello che volevo, ma non avevo le forze né mentali né fisiche per farlo. Sono fondamentalmente una persona aperta e parlavo del mio malessere con le persone che conosco. La mia era una continua richiesta di aiuto. È stato così che una persona a me molto cara e della quale ho grande stima mi ha parlato di una persona alla quale anche lei in passato si era rivolta. Ho accettato di buon grado, in quel momento qualsiasi strada andava bene. Già in passato mi ero rivolta ad uno psicologo: quando morì mio padre. Era stato un percorso breve, ma che mi aveva aiutata ad elaborare il lutto. Questa volta mi sono fidata e affidata a questa persona con la speranza che sarei riuscita con il suo aiuto a superare quel periodo, ma soprattutto che mi avrebbe aiutata a superare limiti e fragilità che stavano dentro di me. Ho iniziato così un percorso di psicoterapia che dura da circa un anno. Devo dire che mi sono trovata bene fin dal primo colloquio, mi sono sentita a mio agio e pian piano è diventato il mio “contenitore”. La persona che mi ascolta e che con il suo modo, molto carino ma professionale, riesce sempre a toccare le corde che dopo a casa tu farai suonare; pensi, rifletti e cerchi di agire per il meglio secondo te. Sto prendendo coscienza di tante cose, di quante situazioni avrei potuto affrontare in modo diverso e più sereno. Ma io ero chiusa dentro i miei schemi e mi rimaneva impossibile sovrapporne degli altri. Non è che adesso ci riesco con facilità, ma quanto meno ci provo. Mi hanno aiutato tantissimo alcune lettere, così ho cominciato a rivedere il mio modo di pensare e di agire; questo soprattutto nei confronti dei miei figli, in quanto spesso la causa delle mie sofferenze è legata proprio a dei loro comportamenti. Mi rimaneva difficile accettare che loro in quanto miei figli si comportassero diversamente da come mi sarei comportata io o che non avessero appreso gli insegnamenti che avevo cercato di dare per il loro bene. Sono stata sempre molto severa è ho sempre preteso molto da me stessa e inconsciamente anche da loro. Questo di conseguenza è stato fonte di grandi scontri e grosse sofferenze. Oggi in modo sereno riesco a dire che ognuno di noi è diverso e che chi non la pensa e non si comporta come me non è peggiore o migliore. Per capire questa concezione dell’altro mi ci è voluto tanto e ancora ci sto lavorando, sicuramente mi fa stare meglio pensare che ognuno è responsabile per quello che dice e per quello che fa e non sentire sempre e comunque il peso del senso di colpa che ti schiaccia. Credo fermamente che proprio l’accettazione dell’altro sia la base per rapporti sereni e solidi. Caratterialmente sono una persona sensibile,disponibile, attenta alle esigenze degli altri e quindi pronta ad intervenire prima che gli altri chiedano. Ma facendo una considerazione più accurata mi sono resa conto che questo lato del mio carattere è un’arma a doppio taglio e mi ha creato in certe situazioni delle sofferenze, in quanto non tutti capiscono queste sfumature e danno tutto per scontato. Adesso ne sono più consapevole e aspetto a volte che qualcuno arrivi anche a chiedere e se non posso riesco a dire serenamente il mio no, senza farmi mille elucubrazioni mentali per quel NO.
Comportandomi così riesco a dare un valore alla mia persona da tutti e ricevere in cambio anche un semplice grazie, cosa che per alcuni è scontata ma vi assicuro che non sempre è così.
Come madre credo di essere cresciuta. Ho sempre pensato e creduto che i figli siano per me la cosa più importante, da amare, rispettare e difendere; forse però con il mio comportamento troppo protettivo e apprensivo ho commesso degli errori, cercando di prevenire sempre tutti i possibili pericoli che potevano incorrere. Questo può andare bene quando sono piccoli, quando crescono le cose cambiano. È giusto che loro facciano le loro scelte e io ho capito che devo lasciarli liberi anche di sbagliare, perché sarà la loro esperienza che gli permetterà di crescere. Io sarò comunque qui rappresentando, se vorranno, il punto fermo nella loro vita.