I medici invitano a fare almeno 10000 passi al giorno per mantenersi in forma e stare in salute, purtroppo a causa dei ritmi frenetici della vita quotidiana non tutti riescono a ritagliarsi il tempo per prendersi cura di questo importante aspetto della propria salute fisica, ma, spesso, c’è una parte di noi che per ben 24 ore al giorno viaggia ad almeno 100 km/h: la nostra testa.
Pensare fa bene, “Cogito ergo sum” diceva Cartesio, ma pensare troppo, senza arrivare a nessuna conclusione, determina il fenomeno dell’overthinking.
Le persone che vedo nello studio di psicologia che ho a Monterotondo o quelli che vedo online mi parlano spesso dei loro ritmi quotidiani frenetici e di quanto la loro vita sia caratterizzata da una serie di fattori che determinano ansie e preoccupazioni.
Il multitasking è diventato un presupposto essenziale per far fronte alle esigenze quotidiane, sia in ambito lavorativo che personale e familiare. I ritmi frenetici a cui è sottoposto l’essere umano determinano l’esigenza di vivere ‘a mille’, per essere al passo con i tempi e per non rimanere indietro rispetto agli standard e alle aspettative sociali.
Cosa ci succede quando andiamo in overthinking?
Non riusciamo più a percepire e ad ascoltare la nostra parte più istintuale, quella che ci connette con la nostra psiche, il nostro corpo, il mondo intero. Non riusciamo più a sentirla ma esiste ancora in noi, è solo nascosta sotto mille strati di informazioni, paure, divieti…
Il problema di chi è abituato a lottare troppo, o a pensare troppo, è proprio la tendenza a fare sempre, nella convinzione che più si fa, maggiore è la probabilità di raggiungere ciò che si desidera.
Purtroppo nella nostra società arrendersi ha un’accezione negativa perché le persone forti, o presunte tali, tengono duro, lottano, non si fermano davanti ad alcun ostacolo. E se invece, perlomeno a volte, fosse meglio fermarsi? Smettere di fare, pensare, combattere per lasciare che le cose vadano come devono andare? Attenzione, non si tratta di rassegnarsi a una vita triste e deludente, tutt’altro.
Entra nel vuoto
E’ paradossale pensare che, di solito, quando una persona dice di sentirsi vuota, lo fa in senso negativo, come se il vuoto fosse un nemico piuttosto che un prezioso alleato. Siamo talmente abituati a ritenerlo pericoloso, insidioso, deprimente, che ribaltarne completamente il valore risulta difficile.
Entrare nel vuoto è entrare in noi stessi ed è così facendo che le soluzioni iniziano ad affiorare, i problemi a svanire.
Bisogna allenarsi a guardare le cose, gli eventi e le persone in maniera diversa, ad accettare il fatto che alcuni elementi di vita potrebbero sfuggire al nostro controllo e quindi non andare come vorremmo.
Talvolta, nonostante l’ossessione di controllare tutto, si verificano situazioni impreviste ed eventi che sconvolgono la nostra mania di perfezione. Dovremmo tener presente, in ogni momento, che prevedere il futuro sarebbe bellissimo, ma purtroppo è impossibile!
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE