Chiudere le proprie fobie in uno stanzino ermetico non serve a nulla, e neppure buttarne la chiave.
Ricordate quando a scuola ci facevano vedere al microscopio la mitosi? Una cellula che si divide in due, che a loro volta si dividono, … e poi ancora, ancora, all’infinito.
Ecco, nello stanzino delle fobie succede proprio questo, e se per caso ci capita di aprire la porta … boom! Esse escono in pressione!
Non serve neppure a un granché andare a scavare nel passato, alla ricerca della loro storia; come e quando sono nate? Perché?
E allora che fare?
Agire, sul presente, nell’ottica del futuro; questo è ciò che offre la terapia breve.
Attenzione però: quando dico futuro non mi riferisco a un tempo lontano, che prima o poi verrà. No, futuro è anche domani, o fra un solo minuto, … insomma tempo che segue al presente, ancora incompiuto.
Guardarsi dietro alle spalle non giova, perché tanto è legge naturale che indietro non si torna, neppure di un solo istante.
Che cosa dobbiamo dunque fare?
Lasciare aperta la porta, almeno uno spiraglio, in modo che i mostri escano da soli, guardandoli poi in faccia. Questo comporterà forse che ti troverai a camminare al fianco delle tue fobie, paure, ossessioni o manie più o meno piccole, e, conoscendole e osservandole, sarai in grado di conoscerle realmente.
Fino a non molto tempo fa si tendeva a fare il percorso a ritroso, a cercare nel tempo trascorso, spolverando reperti, come bravi archeologi, coperti di polvere e quasi irriconoscibili. Percorso sicuramente affascinante, ma anche difficili, lungo e spesso doloroso.
Non quindi “perché” ma “come”.
Come agire per eliminare il problema, questo è il punto su cui focalizzare l’attenzione.
Del resto, se con quel problema, quella fobia, paura, mania, hai convissuto sino a ora, se ne sei sopravvissuto, è perché nel tempo hai, più o meno consciamente, messo in atto delle soluzioni. La loro validità però, dal momento che esse persistono, è sempre e solo temporanea. Mi spiego: le varie soluzioni adottate hanno avuto una loro validità in quanto plasmate su specifici momenti e situazioni della tua vita trascorsa, e questo è di per sé un grosso limite, perché è come se cercassi di rientrare per sempre nel vestito della tua prima comunione in quanto allora ti stava tanto bene.
Del resto va da sé, … il passato è immutabile ma così non è per il presente e il futuro.
Passato = immutabile
Presente = presa di coscienza/possibilità di scelta/cambiamento
Futuro = costruzione di esso/dominio
Ora però non montarti la testa. La terapia breve ha grande e comprovata efficacia ma ancora non siamo attrezzati per i miracoli!
Il raggio d’azione si circoscrive a quanto è dominabile da te, alle tue reazioni, al tuo modo di affrontare i problemi e alla possibilità reale di risolverli. Non si estende alla vita intera. In poche parole, e visto che mi piace giocare con le metafore, … non posso impedire il ritardo di un treno, o un cambio di binario, oppure addirittura il suo annullamento, ma posso fare in modo di essere comunque sereno, e quindi vivere meglio il viaggio o i disagi e le incognite a esso connesse.
Non starò qui a illustrartene le metodiche e i passi (del resto il web ne è strapieno se veramente desideri informarti), ti dico solo che nella brevità e nel risultato ha i suoi punti di forza, e aggiungerei anche i risvolti piacevoli se non addirittura divertenti.
Aggiungo che non finisce qui! Come ho esposto non molto tempo fa, hai anche la possibilità di non muoverti neppure dal divano, almeno per adesso.
E ora facciamo un esercizio assieme, per salutarci come di consueto:
immaginiamo che là fuori soffi un gradevole vento, sufficientemente forte da spostare le cose.
Cosa ti è più agevole?
Camminare in senso contrario a esso contrastandone la spinta oppure lasciarti dolcemente accompagnare avanti sfruttandone la forza?
Che buon vento sia, … alla prossima.
“Ci vuole un nuovo modo di pensare
per risolvere i problemi prodotti dal vecchio modo di pensare”
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola