Ci hai mai pensato? Un cambiamento parte prima di tutto da una rottura. Si deve sempre rompere un equilibrio, affinché le cose cambino, in meglio o in peggio. Ma da chi dipende il “meglio” o il “peggio”? Fortuna? Destino? Persone? Eventi? O il nostro atteggiamento mentale?
Le persone si rivolgono a me, nel mio studio di Monterotondo oppure attraverso una consulenza online, proprio durante un “punto di rottura” della loro vita. Ma come si affronta il cambiamento? Credo che possano essere di rilevante importanza l’ascolto attivo e domande di qualità. Sono i due strumenti che dovrebbero essere portati sempre in tasca. Prima si ascolta, poi si fanno domande, poi si comprende. Domande utili. E poi si dovrebbe iniziare a sostituire il “perché accade questo” con “in che modo posso fare per”.
Questo argomento vale tutto l’anno, perché il cambiamento non ha mai un’occasione giusta, siamo spesso noi a darci delle date da cui partire per iniziare ad attuare un cambiamento. Come la classica dieta che inizia “sempre” di Lunedì. Ma il cambiamento è anarchico e a volte entra nella nostra vita senza nemmeno chiedere il permesso, senza tempo, senza alternative. Io ho deciso di cogliere l’occasione per parlarne oggi, perché credo che la Pasqua, con i suoi numerosi simboli, ci ricorda che la vita è cambiamento e il cambiamento è vita.
E’ nato prima l’uovo o la gallina? Il dilemma del cambiamento
Non è Pasqua senza uova. D’altronde da sempre le uova sono considerate oggetti dai poteri speciali: venivano infatti interrate nelle fondamenta delle nuove case per scongiurare il male oppure venivano usate dalle donne incinte per scoprire il sesso del nascituro. Nel medioevo si usava regalare le uova alla servitù, ma in seguito le uova iniziarono ad essere decorate con metalli pregiati come argento, platino e oro, quest’ultime venivano invece regalate agli aristocratici ed ai nobili. Mentre quello che molte persone mangiano in questi giorni: l‘uovo di Pasqua di cioccolato nacque però alla corte di Luigi XIV nei primi decenni del 1800. Ma l’uovo è ancora più potente se visto sotto forma di metafora terapeutica…
“Se un uovo viene rotto da una forza esterna, la vita finisce. Se un uovo viene rotto da una forza interna, una vita inizia. Le grandi cose iniziano sempre da dentro”. Sei d’accordo? Io credo che l’immagine dell’uovo sia probabilmente l’esempio più rappresentativo del concetto di cambiamento, perché, come si diceva prima, il cambiamento è inevitabile, ma ciò che permette di stabilire se quel cambiamento sia positivo o negativo è l’atteggiamento che mostriamo nei confronti di quello che sta succedendo.
Se viviamo il cambiamento come qualcosa che proviene dall’esterno, come l’uovo rotto da una forza esterna, saremo vittime di quel cambiamento. Se, invece, lo viviamo come qualcosa che proviene dall’interno, come l’uovo rotto da una forza interna, allora nasce la resilienza.
E’ tempo di sbocciare…
Un altro simbolo chiave della Pasqua è sicuramente il fiore di pesco, immagine molto prestabile per una profonda metafora terapeutica. Il pesco, in questo periodo dell’anno, orna i giardini e le campagne con la sua bellezza, fatta di rami colmi di fiori rosa profumati e appariscenti e in estate regala deliziosi frutti polposi: questa pianta, quindi, è ottima per ornare paesi e città con la sua bellezza ma anche per avere sempre a portata di mano un frutto fresco, dolce, succoso e sano. Il pesco arriva dalla lontana Cina dove, in alcune zone, cresce ancora spontaneo e da sempre è il simbolo della rinascita, non a caso è fonte d’ispirazione per molti poeti e pittori.
Infatti il suo apparire all’improvviso, dopo un lungo inverno, dona speranza all’uomo, lo invita a portare pazienza ancora un poco, gli mostra la primavera che finalmente sta per tornare. Il suo fiorire a fine inverno lo rende un ponte tra il buio e la luce e ci parla di come gli opposti non siano in realtà separati e distanti, ma uniti da un filo invisibile che l’uomo è chiamato a percepire, se vuole trovare un vero senso alla sua esistenza. Come nel cambiamento il fiore di pesco simboleggia la bellezza della trasformazione.
Non a caso, in Giappone, il fiore di pesco o Sakura è anche simbolo delle qualità del Samurai, ovvero onestà, fermezza, coraggio, lealtà e purezza. Si va dicendo che il Samurai assomigli al fiore di ciliegio perché, come lui, è disposto a perdere la vita e a staccarsi dalla materialità del mondo effimero in nome dei suoi principi. E ciò, in tale ottica, non viene vissuto come qualcosa di negativo ma come una rinascita a vita eterna tramite il sacrificio. “Veloce come il vento, tranquillo come una foresta, aggressivo come il fuoco, ed inamovibile come una montagna…” (detto dei Samurai del clan Takeda). Un simbolo, quindi, intriso di significati profondi, di saggezza, di verità da apprendere.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE