Tutti noi siamo stati bambini non importa dove e quando. O forse si, dato che il bambino che sei stato non è mai qualcosa di completamente passato. La nostra infanzia continua ad essere dentro di noi e influisce su tutto quello che facciamo e proviamo. D’altronde il passato, come anche il presente, creano in noi percezioni, modi di vedere le cose, ma soprattutto modi di vedere noi stessi.
Tutti inconsapevolmente ci portiamo dietro un bagaglio di informazioni, convinzioni, comportamenti, modi di pensare e sentire noi stessi e gli altri, appresi a partire da queste prime relazioni significative. A volte si tratta di un bagaglio leggero e funzionale, se le nostre relazioni sono state per la maggior parte gratificanti e di qualità. A volte è un bagaglio davvero pesante che non consente di affrontare la vita e le sue varie vicissitudini in modo adeguato, se le nostre prime relazioni sono state caotiche, maltrattanti, controllanti, se abbiamo vissuto l’abbandono, e traumi di varia natura.
Qualche tempo fa leggevo di uno studio del Dipartimento di Psichiatria e dell’Health Emotions Research Institute della University of Wisconsin-Madison che ha dimostrato come un circuito iperattivo del cervello, che coinvolge tre aree cerebrali, venga ereditato di generazione in generazione e ha ipotizzato che esso possa preparare il terreno per lo sviluppo di ansia e disturbi depressivi. D’altronde, ripensando a molte famiglie che si recano nel mio studio di Monterotondo o che richiedono una consulenza online, noto che a volte l’ansia può essere una “questione di famiglia”.
Di ansia in figlio
Se ti senti ripetere più volte che vali poco e che non puoi farcela, queste saranno le convinzioni che continuerai a portare con te una volta divenuto adulto. Potremo anche ripetere a noi stessi l’esatto contrario, ma il peso di tali convinzioni interiorizzate continuerà ad influire sulla qualità della nostra vita, fintanto che non decideremo di farci davvero i conti. Se per molto tempo qualcuno si aspettava tanto da te continuerai a pretenderlo da te stesso, nonostante ti renda conto della fatica e della sofferenza che tale atteggiamento comporta. Se hai vissuto l’abbandono continuerai a cercare amore all’esterno, come un vaso che non riesce mai ad essere riempito, non capendo che devi cercarlo innanzitutto in te e per te stesso, in quanto nessuno potrà colmare ciò di cui senti la mancanza. Se hai ricevuto un educazione molto rigida e controllante continuerai ad essere rigida e controllante con te stessa, aspettandoti sempre troppo. E magari cercherai di avere il controllo su coloro che ti circondano, perché è l’unico modo che conosco per vivere le relazioni.
Quindi cosa deve fare un genitore per non far venire l’ansia al figlio? Sicuramente incoraggiare e trasmettere messaggi di amore, sicurezza e fiducia. I bambini di oggi saranno i futuri adulti di domani, ed essere genitori è davvero una grande responsabilità. In base alle parole che utilizzeremo plasmeremo un futuro adulto, che penserà di potercela fare o che sentirà di non poter affrontare la vita e le sue sfide. Chiaramente i genitori hanno questa importante parte di responsabilità, ma non tutto poggia esclusivamente su di loro. La famiglia non è l’unico contesto che avrà un influsso su questo futuro adulto, è solo uno dei più importanti ed autorevoli agli occhi del bambino, quindi è grande la responsabilità che ne consegue.
“I bambini sono come spugne” ed assorbono tutto. Quindi è importante essere consapevoli dei messaggi che lasciamo passare. I genitori sono una sorta di specchio, nel quale il bambino si riflette. E tale immagine sarà influenzata sia da come i genitori lo vedono, che dal loro modo di comportarsi e porsi nei confronti della vita. Non serve essere genitori modello, anche perché non esiste un modello da seguire per essere genitori funzionali, il tutto deve essere adeguato alle situazioni e ai contesti e deve essere sempre improntato su un equilibrio tra le dicotomie.
“Scialla”: quando l’ansia entra in famiglia
Proprio per la grande influenza che i genitori possono avere sui figli, essi possono, quindi, influire in modo importante anche sulla trasmissione dell’ansia. Spesso i figli possono riscontrare le stesse difficoltà vissute in passato dai genitori o che i genitori stanno ancora vivendo. Un meccanismo ricorsivo che tende purtroppo a reiterarsi. Ad esempio dei figli molto insicuri delle proprie potenzialità ed estremamente ansiosi, rispetto a situazioni nuove o problematiche, hanno dei genitori, che hanno avuto le medesime difficoltà, ed hanno insegnato quanto sia difficile affrontare tutto ciò che è nuovo o, più in generale, i problemi e le difficoltà della vita.
Ma quindi, quando questo, in modo volente o nolente, accade, come si fa a smettere di trasmettere l’ansia ai figli? I bambini vengono al mondo con l’indole indomita di esplorare e non temono molte delle cose, che invece noi adulti, dall’alto delle nostre esperienze, temiamo. E anche se occorre certamente insegnare loro i pericoli, dobbiamo anche riconoscere a noi stessi che spesso gliene trasmettiamo molti di più di quanti ce ne siano, su aspetti che invece appartengono solo ed esclusivamente a noi.
Per un bambino ciò che il genitore dice è verità assoluta, e se questo trasmette l’idea che ci sono determinati pericoli, o che il mondo è pericoloso, tenderà a crederci e a fare sua quell’informazione, anche quando in apparenza sembra opporsi o arrabbiarsi. Per questo è necessario dare ai propri figli messaggi positivi, che consentano loro di poter credere in se stessi, negli altri, e nel fatto che le soluzioni possono essere trovate. Ma, per fare questo, in primis, dobbiamo crederci noi. Come scrive Elena Balsamo in “Libertà e amore”: “Molto spesso noi non riusciamo a comportarci nei confronti dei nostri figli nel modo in cui vorremmo perché ci identifichiamo in loro, rivivendo nel loro dolore e nella loro sofferenza la nostra […] Così reagiamo comportandoci come i nostri genitori si comportarono con noi (perché è ciò che abbiamo inconsciamente assorbito e imparato) oppure facendo esattamente l’opposto, a costo di cadere nell’esagerazione contraria”.
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Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE