Quanto influiscono le stagioni sulla nostra psiche? Sembra che per almeno due milioni di italiani, avviene qualcosa di apparentemente paradossale in questo periodo: la cosiddetta “sindrome di primavera”, la quale porterebbe a un peggioramento dei sintomi legati ai disturbi d’ansia e dell’umore, solitamente acutizzando una flessione in senso depressivo del tono umorale.
Oltre ad ansia, stress e depressione (che può sfociare in un vero “disturbo affettivo stagionale”) sembrano aumentare i sintomi di irritabilità e aggressività in generale e un senso di stanchezza che frenerebbe nelle quotidiane attività che diventano così molto più faticose del solito. Oltre all’instabilità meteorologica, dal punto di vista biologico il fattore principale di questi malesseri sarebbe riconducibile al cambio di luce che andrebbe ad alterare non solo l’umore sconvolgendo i ritmi circadiani (l’orologio biologico del ciclo 24 ore) e i livelli di melatonina, ma addirittura le funzioni cognitive legate, in particolare, all’apprendimento.
Ma a prescindere dalle oscillazioni stagionali, cos’è la depressione? Da manuale la depressione è un disturbo dell’umore.
La depressione oltre l’etichetta
Mettendo da parte per un attimo i manuali, voglio raccontarti cosa faceva Steve De Shazer. Egli diceva alle persone che gli dicevano di essere depresse. “E quando non sei depresso, come ti comporti?”.
Con questo non voglio attuare un’ottica semplicistica o sottovalutare l’entità del problema, ma seguendo una logica, attuabile con ogni persona che ha una qualsiasi tipologia di problema, nel momento in cui mettiamo la persona in condizione di attuare quei comportamenti che mette in atto quando non ha il problema, di fatto non la porteranno più a stare nel problema. Questo perchè quello che fai influenza quello che senti. E ciò che fai e che senti ti permette di costruire nuovi significati su di te, sugli altri, sul mondo… Steve De Shazer lo sapeva bene e la sua idea partiva proprio da qui: far fare alle persone qualcosa di differente.
Anche perché le persone depresse non fanno mai solo “cose depresse”. Ogni problema ha le sue eccezioni. Per questo tutto ciò che c’è di funzionale in una persona depressa, come in qualunque persona, andrebbe mantenuto. Al contrario, invece, se qualcosa non funziona dovresti fare qualcosa di diverso. E se a chi è depresso facciamo fare qualcosa di diverso scardiniamo ciò che mantiene la depressione.
La domanda che dovresti farti se sei depresso…
Sia alle persone “depresse”, che vengono nel mio studio di psicologo a Monterotondo, sia a quelli che seguo come psicologo online gli chiedo spesso: “Quali sono le cose che farai quando non sarai più depresso?”.
Questo è utile perché più descriviamo ciò che possiamo fare o che potremmo fare, più è probabile che noi cominceremo a farlo.
Infatti nel momento in cui riesci a indurre una persona depressa a fare delle cose che farebbe quando non è depressa, ecco che per definizione non sarà più depressa. Questo è basilare per ricollegarmi a ciò che dicevo prima. La depressione non svanisce dicendo al paziente di fare cose da “non depresso”, ma c’è una retroazione per la quale fare cose che fanno stare bene portano poi effettivamente a sentirsi bene.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE