Il malato immaginario… o no?

Le ha tutte, ma proprio tutte, dall’alopecia alle zecche, non festeggia il compleanno ma il tempo che lo separa dalla sua dipartita, per addormentarsi non conta le pecore ma gli effetti collaterali dei vari medicinali e si ammala perlopiù  in ordine alfabetico.

La sua lettura preferita, oltre naturalmente ai foglietti illustrativi, è infatti Il Grande Dizionario Medico in sette volumi, che possiede in ogni formato possibile, dal cartaceo al pdf, comprese  le varie App.

Puoi quindi stare sicuro che se oggi lo trovi affetto da “Dermatite”, domani spazierà dall’Eczema alle Extrasistole, e nel giro di pochi giorni arriverà alla Zollinger-ellison Sindrome, passando dal Fuoco di sant’Antonio, la Gotta, l’Herpes e l’Helicobacter, la Rogna, la Piorrea, il Torcicollo, l’Uveite, con una fermata un po’ più lunga sulla “V” dal momento che sono circa 320.000 i “Virus” pronti a colpire.

È l’ipocondriaco, lo avrai capito, erroneamente detto anche “malato immaginario”. Sì, erroneamente, perché in realtà nessuno è più degno di lui di essere definito malato, per due motivi principali: il primo è che l’ipocondria è una malattia vera e propria, il secondo  è perché ci crede talmente tanto da finire per ammalarsi, o meglio per avere gli stessi sintomi che se fosse malato veramente, … per cui, tutto sommato, poco cambia.

Lui, questa sorta di compendio medico ambulante, che se lo srotoli supera i 37 metri del Papiro dei morti egizio e pare edito dalla Curcio con tanto di aggiornamenti in tempo reale, capace di racchiudere in qualche decina di chili tutta la sintomatologia dello scibile medico, compresa quella della branca veterinaria,  ebbene … solo a due malattie è assolutamente immune, che trova nei volumi della “I” e della “P”: “ipocondria” appunto e tutto l’ambito della “psicosomatica”, liquidate come invenzioni senza alcun fondamento, banali scuse inventate dai medici quando non sanno che pesci prendere.

In fondo del medico non ha questo gran bisogno, anzi … è il medico ad avere bisogno di lui, pronto a snocciolare diagnosi, terapie innovative e direttive protocollari meglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

E poi in genere i medici sono una delusione: invidiosi della sua autorevolezza in materia e troppo orgogliosi per riconoscere la loro incapacità, il più delle volte lo liquidano cercando di convincerlo che sta meglio di un bocciolo di rosa, che le sue analisi rasentano la perfezione della specie e che  camperà cent’anni o forse più. Illusi! Lui non si fa certo fregare, e a suon d’insistenze riesce a farsi prescrivere almeno una “Tisana della Buonanotte” o una “Pomata all’aloe” da esibire a casa con un “Vedi? Te lo avevo detto che stavo poco bene!

Ma come riconoscerlo?

In realtà è abbastanza semplice: a parte il fatto che gode di ottima salute e che, fingendo di stringerti la mano, ti tasta il polso, puoi fare un piccolo esperimento per farlo venire allo scoperto.

Prova a intavolare un discorso del tipo “a un mio conoscente è successo che …”,  con dovizia di particolari su dermatiti  pruriginose, sintomi di infarto e polmoniti in incubazione: se incomincia a massaggiarsi il braccio sinistro con una mano mentre con l’altra si scortica il collo inanellando un concerto di espettoramenti e colpi di tosse, ok, hai fatto centro e l’hai smascherato.

Ora faccio una domanda.

Qualcuno di voi si è riconosciuto?

Ovviamente no! Allora propongo di valutare con sincerità quanto segue.

Se:

  • hai i sintomi di almeno cinque gravi malattie ma sei ancora vivo;
  • nel tuo panorama clinico compaiono anche Gestosi e Ovaio policistico ma sei più maschio di un barbuto pastore dell’Anatolia;
  • il tuo medico di base, appena ti vede corre ad attaccare alla porta il cartello “Chiuso per ferie”;
  • dopo aver letto la voce “Sindrome di Cotard” hai deciso che non era più necessario proseguire oltre …

beh, allora hai un problema, ed è arrivato il momento di ammetterlo; perdona la presunzione ma credo proprio di essere in grado di darti una mano. Lo so, stai pensando che fra tutti gli specialisti in cardiologia, dermatologia e malattie rare, andare da uno psicologo è una perdita di tempo, … ma fai questa considerazione, a mente fredda: in fondo ti si offre su di un piatto d’argento l’occasione (forse unica!) di esclamare trionfante “Lo vedi? Avevo ragione! Sono malato!!!”. La novità è che questa volta guarirai e, anche se ora la cosa ti lascia scettico e, per dirla tutta, non ti piace per niente, vedrai che a fine terapia schiferai pure il vecchio termometro al mercurio che ora come ora custodisci nel cassetto alla temperatura costante di 0°C come il prototipo di Metro nel Bureau International di Parigi.

Comunque una consolazione la meriti: il sapere che sei in compagnia di una congrega di illustri personaggi, quali Darwin, Woody Allen, Fedez per i più giovani, e pure Hitler, anche se questo non è un gran vanto.

Leggi l’intervista a uno dei più noti, Carlo Verdone, che è addirittura riuscito a farsi dare una laurea “Doloris causa” dall’Università Federico II ma è guarito proprio grazie alla psicoterapia!

Intanto però … copriti per benino, perché sto per augurarti

Buon Vento!

 

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapia breve

Terapia a Seduta Singola

 

 

LETTURE CONSIGLIATE:

Nardone, G., De Santis, C. (2011). Cogito Ergo Soffro  Ponte alle Grazie.

FILM CONSIGLIATO:

Supercondriaco, di Danny Boon 2014, Francia (perché ridere fa bene e aiuta a guarire)

 

 

 

 

 

 

 

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