Passano le generazioni, nel nostro bel Paese, ma, i “doveri” delle donne sembrano rimanere sempre gli stessi: la cura della casa e della famiglia.
Le donne: sono sempre loro, nell’immaginario collettivo, gli angeli del focolare. Un’etichetta che costa molto, perché pretende che ella abbia categoricamente qualità quali accudimento, protezione, dolcezza, purezza d’animo, magnanimità, calore, sensibilità.
Nelle sedute nel mio studio di Monterotondo le donne mi raccontano sempre di un compito che spetta loro necessariamente: quello di mantenere l’equilibrio, senza il quale la grande nave della loro famiglia calerebbe a picco. Infatti ogni discostamento da questa traiettoria prestabilita e predefinita viene interpretato dal mondo intero come un comportamento deviante, ovvero che devia, si discosta da una (presunta) norma e che le renderebbe delle “donne snaturate”.
Se la cena non è pronta, se dalla mensola si intravede quel filo di polvere, se per una volta dite che “vi fa male” la testa, una vocina da dentro irrompe, una vocina fastidiosa, che amalgamata al senso di colpa e a quello di dovere grida: “Ma che razza di donna sei?”.
Oppure se siete madri, è probabile che vi siate sentite in colpa perché andate a lavorare, lasciando i vostri figli alle cure di qualcun altro, ed anche in questo caso la vocina grida: “Che madre sciagurata che sei”.
Ferma un attimo la tua ruota panoramica emotiva e pensaci seriamente: a che serve sentirti in colpa per il lavoro? A che serve dover necessariamente spuntare la check-list dei doveri della “donna perfetta”? Aiuta davvero te o la tua famiglia in qualche modo? No! Piuttosto l’esatto contrario. E dato che non ti aiuta, allora perché sprechi energia su quella sensazione dannosa?
Cercare di essere una donna perfetta è impossibile e poco produttivo, perché conduce alla frustrazione ed impedisce di godere della bellezza dell’essere donna.
Soprattutto per le mamme, è risaputo che i nostri bambini apprendono per imitazione, attraverso il nostro esempio: quindi se la mamma è soddisfatta di sé e della propria vita allora insegnerà tutto ciò anche ai propri bambini.
I ruoli non possono essere ricalcati su di un modello ideale che non esiste. Se vuoi essere una “buona” donna devi partire dalla tua insufficienza, esponendoti al rischio dell’errore e del fallimento.
I figli, i mariti, i compagni, i fidanzati non hanno bisogno di una donna perfetta, ma di una donna felice, con la quale condividere la gioia della vita e con la quale stringersi nelle tempeste della vita, dove perdere l’equilibrio non è altro che una bellissima danza tra la musica dell’universo.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE