Quando una vita sorge tutte le attenzioni si focalizzano intorno a quel dolce grembo ed attorno alla figura della madre. Il tepore della lieta notizia, emanata da quel fecondo pancione, però, può eclissare un importante figura che ha reso quell’evento possibile: il padre, lasciato sempre un passo indietro.
Proprio oggi è la festa del papà, un ruolo importante, ma spesso declinato ad altri compiti, molte volte secondari. E’ frequente che i papà vengano invitati ad andare al parco a “dare quattro calci al pallone” o che a volte vengano messi in panchina o anche in calcio di punizione.
D’altronde tutti gli stereotipi sui papà lo confermano: per certe cose serve la mamma, i padri è meglio lasciarli un passo indietro.
Nel mio studio di Monterotondo entrano così tanti papà, a volte semplici accompagnatori silenti, a volte delegati, a volte disperati…
Ma cosa significa essere papà?
Avvertire la maternità è più naturale e concreto, senti una vita che cresce in te, vedi una metamorfosi che avviene quotidianamente e che stravolge completamente la tua essenza ancestrale.
Diventare padri è qualcosa di diverso, è qualcosa che avviene indirettamente e che matura attraverso le premure, le preoccupazioni, le ansie o anche semplicemente attraverso le voglie alimentari che ogni neomamma avrà durante quei lunghi nove mesi.
Nove mesi: il tempo esatto per far nascere un bambino, ma invece, come nasce un papà?
Come le madri, anch’essi hanno paure e fantasie sul bambino, sogni sul divenire padri, timori di inadeguatezza, bisogni di condivisione e rassicurazione. Eppure spesso tutto questo passa in secondo piano.
E allora prova ad attingere alla sua cassetta degli attrezzi.
Quando una persona decide di avere un figlio le fonti alle quali fa riferimento per poterlo crescere sono la propria esperienza di figlio ed il rapporto con i propri genitori. Tutto ciò favorirà l’utilizzo di modelli di comportamento che si baseranno sull’imitazione o sulla contrapposizione a seconda delle esperienze vissute.
Un neo-papà non percependo cambiamenti sul suo corpo, ma percependo i grandi mutamenti che stanno avvenendo attorno a lui, farà maggiormente riferimento alle esperienze passate che ha a portata di… mente. Modelli e muse ispiratrici per intraprendere il mestiere del papà.
Ma non basta sfogliare qualche appunto, il lavoro vero inizia con l’esperienza, ma soprattutto con l’alleanza. E’ per questo che, in questa delicatissima fase di stravolgimento, l’ex diade si deve trasformare con dolcezza in una triade.
Un recente e interessante studio evidenzia come i sentimenti vissuti dalla madre all’interno della relazione di coppia, corrispondano in modo significativo ai sentimenti espressi dai figli nella loro relazione con i padri: vale a dire che la sensibilità della madre, in virtù della sua notevole influenza, risulta di fondamentale importanza nella regolazione del rapporto tra padre e figlio. Ciò non è così così scontato e naturale, anzi, spesso è uno dei momenti peggiori in cui un padre si sente un passo indietro.
Quando una famiglia nasce (e cresce) l’equilibrio è la parola chiave. Molto spesso questo equilibrio diventerà equilibrismo ed altre volte ancora diventerà una vera e propria caduta libera.
Ma voglio rivelare un segreto ad ogni papà, ma soprattutto a quelli che si sentono continuamente un passo indietro.
Voglio dire a tutti quei papà che a volte stare un passo indietro ha il vantaggio di poter mantenere una “visione panoramica” di quel che accade. Da quella posizione privilegiata si può vedere il rapporto fra mamma e bambino, senza però perdere di vista la realtà esterna a loro. Può, così, essere di sostegno non solo “dall’interno”, ma anche dall’esterno.
Stare indietro per proteggere, per guidare, per dare la direzione, per stare un passo avanti.
Ce lo insegna la natura: quando i lupi si muovono in branco l’ultimo lupo sarebbe il capo-branco, che segue da dietro per assicurarsi che tutti stiano bene.
Stare un passo indietro è la posizione perfetta per dare i propri contributi nella condivisione della genitorialità, attivando, sia verso la compagna sia verso il bambino, le funzioni paterne amorevoli di sostegno, che sono soprattutto quelle di incoraggiamento: contro le frustrazioni, le ansie e le paure, per dirigere la propria famiglia verso la tenuta e la perseveranza, nello svolgimento dei compiti che la vita familiare ogni giorno richiede.
«La saggezza del padre è il più grande ammaestramento per i figli». (Democrito)
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE