Fine Ottobre, Halloween, la ricorrenza dei morti… Erano queste le riflessioni che facevo oggi nel mio studio di psicologo a Monterotondo. Queste sono quelle riflessioni che si fanno quando guardi il calendario e ti accorgi che è appena passato un altro mese e ti interroghi sulla fugacità del tempo e ti vengono in mente le riflessioni profonde e proprio tra questi voli pindarici una musica in lontananza è stata la colonna sonora di quel momento.
“La veste dei fantasmi del passato, cadendo lascia il quadro immacolato e s’alza un vento tiepido d’amore” cantava Lucio Battisti.
A volte è proprio così: ci portiamo dietro dei fantasmi del passato, che palesandosi davanti ai nostri occhi offuscano il nostro cammino verso il futuro. Gli americani la chiamano “gooney bird syndrome” e consiste nel vivere il presente “immobilizzati” e costantemente condizionati dal passato.
Ogni trauma, anche piccolo, ogni ferita non elaborata o non curata adeguatamente riaffiora alla coscienza ogni volta che ci viene proposta una certa situazione. Ed il rischio, a volte, è proprio quello di far sanguinare la nostra ferita, mai rimarginata, su tutte quelle persone che non ci hanno ferito.
Ti presento i fantasmi del castello di Psiche
Esistono due tipi di fantasmi del passato:
- Il fantasma dell’aver subito: Qualcuno (parenti, amici, sconosciuti) o qualcosa (il mondo, la sfortuna, la situazione) avrebbe infranto o offeso una parte di noi: la fiducia, il senso di casa, il narcisismo, il bisogno d’amore. Ci sentiamo vittime di qualcosa di ingiusto. Più frequente in persone che fanno fatica ad affermarsi in vari ambiti.
- Il fantasma dell’aver inferto: Ci sentiamo in colpa per aver fatto del male: fisico, psicologico, sentimentale. Avremmo abbandonato qualcuno o non ce ne saremmo occupati abbastanza, avremmo omesso gesti che invece, se compiuti, avrebbero cambiato tutto.
Qualsiasi sia il fantasma che ci perseguita, c’è sempre una matrice comune: il passato ci tormenta perché, in qualche modo, appare immutabile ed, in effetti, lo è.
Ma l’obiettivo è proprio quello di integrare l’immutabilità del nostro passato, specialmente se doloroso o irrisolto, con il nostro presente, togliendogli la sua carica di veleno e trasformandolo in occasione di crescita e di maturazione.
Come allontanare i fantasmi del passato dalla tua vita?
Puoi iniziare a farlo da ora: prenditi un po’ di tempo e, quando sei solo, racconta a te stesso il “trauma” come te lo sei sempre raccontato. Poi, nei giorni seguenti, prova a raccontarlo in forma diversa: un giorno nello stile di una favola, poi di un thriller, poi di un’avventura, di una cronaca giornalistica, di un evento comico. Il ricordo perderà potenza traumatica e diverrà sempre più un semplice ricordo.
Perché ricorda che, come disse Elias Canetti, “Un fantasma è soltanto qualcuno che non si rassegna all’idea di essere morto”.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE