Come affermava Erodoto: “Di tutte le miserie umane la più amara è questa: conoscere così poco e non avere controllo su niente”. Durante le sedute nel mio studio di Monterotondo oppure online riscontro che molte persone apprezzano i vantaggi di una routine prevedibile e di far andare le cose “secondo i piani”. A volte, però quella stessa routine e quelle stesse cose “secondo i piani” diventano la motivazione per cui richiedono il mio supporto.
Sembra di vivere in un mondo dove essere lenti è sinonimo di debolezza, di anormalità, di perdita di tempo. Sembra di vivere in un mondo in cui se non hai il controllo della situazione sei inadeguato, sciagurato, responsabile delle tue sciagure. E così ci ritroviamo a correre per non perdere il nostro posto nel mondo, per essere riconosciuti socialmente “normali” e per non perdere alcun secondo del nostro tempo.
E così la lentezza diventa una nemica da vincere. I bambini non hanno il lusso né di nascere né di apprendere con calma, gli adolescenti non hanno la possibilità di annoiarsi e di risolvere la loro noia nella creatività, gli adulti sono sempre di fretta. Nel lavoro, nelle relazioni, mentre si sta nell’hic et nunc si sta anche altrove… Ma perché accettiamo tutto questo?
La lentezza è amica del bene
La calma è una condizione necessaria all’uomo: lo protegge dallo stress, lo aiuta ad assaporare e a gustarsi la vita, allena la concentrazione e la riflessione, lo fa diventare saggio e sereno. Solo la lentezza può fare tutto questo. Solo la lentezza infatti, può rendere più saldo un apprendimento, farci prendere una decisione ponderata, farci gustare una risata, permetterci di vivere ogni attimo della nostra vita come lo vive un bambino: gustandolo senza pensare al futuro o al presente.
La fretta, al contrario, uccide la concentrazione, fa regnare lo stress, fa ammalare, non ci permette di vivere bene. E il più delle volte è una fretta non motivata e quindi inutile e addirittura nociva.
L’unica situazione dove la corsa è giustificata è l’emergenza. In situazioni di pericolo dobbiamo correre, è una risposta istintiva, che ci protegge dal pericolo imminente. Ma ai giorni nostri abbiamo confuso la quotidianità con l’emergenza e tutto ciò è davvero pericoloso per la salute e la serenità nostra e altrui.
Tutto questo è alimentato da un’emozione: la paura. La paura è un vissuto che spesso ci blocca, ci immobilizza, non ci permette di andare avanti. Abbiamo paura del cambiamento, della sofferenza, del distacco, dello sbaglio, del nuovo. E di conseguenza preferiamo, talvolta, rimanere immobili per non dover fare i conti con la paura stessa. Ed è per questo che tendiamo al controllo, perché fare le stesse cose, e quindi non fare nuove cose, ci dà l’illusione di poter controllare ciò che facciamo e ci illude che solo in questo modo le cose “andranno bene”.
Al di là della paura
Mi piace però ricordare la famosa ed illuminante frase di Franklin D.Roosevelt che dice: “l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”. La paura ci blocca ma se riusciamo a trovare il coraggio di affrontarla scopriremo mondi inesplorati, meraviglie mai pensate, vita vera.
Però forse ti starai chiedendo: “Ma come si affronta la paura?”.
Più ho paura infatti, più la mia ansia aumenta. Più si aspetta e si rimanda più la paura aumenta.
Anche per questo, in primis, c’è da ricordare di non fuggire mai dalla paura, ma di darle sempre ascolto. Ammettere di avere paura e viverla. Lo so è spiacevole, è difficile stare male ed essere disorientati, ma come si suol dire, è necessario perdersi per poi ritrovarsi…
Avere paura, ammettere questo nostro stato e viverlo è segno di coraggio e di forza interiore. E’ forte chi riesce a fare ciò, non chi non ha paura. Dobbiamo vivere serenamente e apertamente i nostri vissuti e le nostre emozioni: la causa principale della sofferenza è la repressione della sofferenza stessa! Più liberiamo la nostra interiorità più siamo liberi di essere sereni.
E poi? Poi alleniamoci ad affrontare le paure. Iniziamo ad affrontare e superare le nostre piccole paure e poi pian piano passiamo a quelle più grandi. A piccoli passi. I nostri piccoli successi serviranno da spinta e da motivazione per spronarci ad affrontare le grandi sfide della vita. E’ un allenamento continuo ma che serve davvero a renderci più forti e determinati.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE