Quanto costa avere un figlio? Molto probabilmente tanto, ma le soddisfazioni che danno ripagano tutti i sacrifici, che quotidianamente facciamo per loro.
Tanti genitori durante le sedute nel mio studio di Monterotondo mi raccontano dell’orgoglio che provano verso i loro figli, della loro soddisfazione, della loro gioia di essere genitori, molti altri mi raccontano anche delle pene, che a volte i figli fanno loro provare, perché in fondo si sa, un figlio richiede un costo in termini di tempo, pazienza e denaro… ma è sempre un bell’investimento.
A volte però, per alcuni genitori, un figlio non è così scontato, anzi, appare come qualcosa di prezioso e raro e molte volte, per circostanze diverse, non tutti i genitori posso permetterselo. Sono proprio questi i genitori disposti ad un figlio ad ogni costo.
Chi affronta una diagnosi di infertilità, infatti, si trova ad affrontare diverse perdite, a volte difficili da comprendere, da accettare, e da condividere.
Davanti a una diagnosi di infertilità e durante i percorsi di procreazione assistita lo stress cresce in maniera sproporzionata, gestire al meglio l’impatto dei trattamenti, esplorare e comprendere i propri vissuti e le proprie motivazioni, e fare, passo dopo passo, scelte consapevoli è davvero difficoltoso.
Davanti al mancato concepimento o al lutto, sorgono svariati aspetti depressivi, ed è difficoltoso re-interpretare la situazione, optare per scelte alternative come l’adozione o ripensare una vita senza figli, tutelando anche il legame di una coppia che si trova a ridefinire il suo progetto di vita.
In quei momenti ci si sente soli e sbagliati.
C’è innanzitutto la perdita di una speranza, di una fantasia, del bambino che abbiamo immaginato e desiderato. C’è la perdita dell’identità di genitore. Chi deve affrontare la consapevolezza che non proverà mai ciò che accompagna la genitorialità biologica, può sentire di non avere superato un fondamentale passaggio, personale e sociale, all’età adulta. Accanto a tutto questo, anche il rapporto con il proprio corpo può subire contraccolpi: prima considerato funzionante, il corpo diventa all’improvviso percepito come “difettoso”. Ed infine, ultima ma non per importanza, c’è la sicurezza economica, che è spesso minacciata dalle procedure che ruotano attorno all’infertilità.
Il sesso e la genitorialità sono fortemente intersecati con la propria definizione di identità, che in questi casi viene percepita come sfaldata o mutilata, per questo è sempre importante ridefinire se stessi in queste situazioni.
Durante la “montagna russa emotiva dell’ infertilità” la rapida alternanza tra speranza e delusione, che si può attraversare in meno di un mese tra il momento dell’ovulazione (o del trattamento) e l’arrivo delle mestruazioni, può provocare giri della morte per la propria stabilità emotiva e di coppia. Per questo è importante mettere in discussione alcune credenze sulla percezione di se stessi e degli altri, ridefinire il proprio progetto di vita non più solo in funzione della genitorialità, imparando a comunicare e a chiedere aiuto in modo funzionale al partner o ad altri.
Questo è solo il primo, ma fondamentale, passo per superare la crisi legata all’infertilità, ritrovare le proprie risorse e aprirsi a nuove possibilità di vita. Il lieto fine nelle storie d’infertilità non sta necessariamente nella realizzazione della genitorialità, ma proprio nel raggiungimento di un equilibrio (e di una certa serenità) indipendente dalla propria capacità procreativa.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE