Ormai lo sapete tutti: la finestra del mio studio di Monterotondo è la mia Musa, ed è proprio da lì che ho tratto ispirazione per questo articolo.
Su quel vetro si riflettono tante stagioni, a volte mi sembra un calendario 3D, e proprio ieri su quel riflesso si sono illuminate delle piccole lucine, stavano lì, lampeggianti all’orizzonte, esposte ai volteggi delle folate di vento, un vento dal sapore invernale, sfumato tra le sferzate di gelo. E’ in quel momento che ho detto: ci siamo.
E’ iniziato Dicembre. Il mese di Natale.
E si sa: “Natale è con i tuoi…”. Certe tradizioni non si possono spezzare, vero?
Tradizioni e abitudini sono indice di identità e di appartenenza al gruppo. E solo Maslow sa quanto è importante il bisogno di appartenenza per un individuo, per lui è così importante che lo ha fatto rientrare nella sua piramide dei bisogni.
Tra i vari eventi, il periodo natalizio, più di tutti, è ricco di tradizioni e diffonde un grande sentimento di appartenenza, soprattutto nei confronti della propria famiglia.
Ma tanto a Natale non diventiamo tutti più buoni?
Non è un caso che i film di Natale, che abbiano riscosso più successo in assoluto, avevano tra le scene madre i drammi familiari, incorniciati tra una festante atmosfera natalizia.
Infatti, per quanto si cerchi di mantenere la calma e per quanto sia una festa simbolo di sentimenti di gioia e di altruismo, il Natale evoca spesso sensazioni di ansia o provoca molta rabbia. Succede anche nelle migliori famiglie. Ma questo si amplifica notevolmente nelle famiglie che partono già da una buona base: le famiglie tossiche.
Il Natale, come già detto, è una tradizione, e il termine tradizione implica zero riflessione e nessuna possibilità di rifiuto, in altre parole: accettazione assoluta senza discuterne il perché. Per tale ragione un dogma da accettare è quello di trascorrere le feste con la propria famiglia, anche quando è tossica.
Ma cosa significa avere una famiglia tossica?
Significa vivere in una famiglia, in cui i comportamenti tossici, gli abusi e i conflitti, si manifestano continuamente, tanto da indurre i componenti a ritenere che siano la normalità a tal punto da strutturare una visione distorta delle relazioni interpersonali, dell’indipendenza e dell’amore.
Con queste persone si ha spesso la sensazione di camminare sulle uova: si procede a tentoni, piano piano, sperando di non cadere. Il timore è proprio quello di rompere un equilibrio faticosamente raggiunto, a causa di una piccola disattenzione. Basta un banale passo falso per inciampare e ritrovarsi così risucchiati in un vortice negativo, da cui si ha solo voglia di scappare.
Questo può avvenire anche in un contesto di festa, come il periodo natalizio.
Ma come si può vivere serenamente il Natale in una famiglia tossica?
Iniziamo dal cenone, è necessario renderlo più light possibile e perciò bisogna evitare le varie portate a base di critiche, giudizi, abusi psicologici, e talvolta disprezzo, che con cura avranno preparato per te.
Il suggerimento è di restare calmi, per quanto si riesca, e di non sentirsi degli stupidi per aver accettato di non essere scappati.
Approfitta dei momenti di calma per chiedere al familiare in questione i motivi del suo comportamento disfunzionale: cosa non va nella sua vita, come mai è stato così aggressivo in quella occasione o perché si sente sempre così scontento?
Ovviamente sarà inevitabile mangiare qualcosina di “particolarmente pesante”, d’altronde è un giorno di festa e molte pietanze ti resteranno sullo stomaco (ed anche molti commensali).
Pertanto ti consiglio un bel digestivo: una volta giunto a casa spogliati dai tuoi abiti di festa, mettiti comodo e annota le convinzioni che ti trattengono. Quelle che ti ostacolano e ti impediscono di fare o dire quello che vuoi. O peggio, di essere chi desideri.
Sei stato educato a credere che la tua opinione non conti? Che i genitori hanno sempre ragione? Che sei irrilevante? Stupido? Seccante? Incapace? Senza valore?
Ora, accanto a ogni convinzione, scrivi quanto ti è costata fino ad ora.
Ti è costata relazioni? Felicità? Libertà di essere? Sperimentare? Esplorare? Qualsiasi sia stato il tuo costo riparti da lì e riscrivi la trama.
Momenti coraggiosi, straordinari e inaspettati che ti porteranno a una vita più felice e piena. È quello che ti sei sempre meritato. Sii aperto alle tue possibilità. Ce ne sono in abbondanza.
Sarà questo il regalo più bello che potrai ricevere in quel giorno di festa: amare te stesso.
E ricorda: Ogni famiglia può essere tossica, ma è l’equilibrio tra i suoi componenti a trasformarla in cura o veleno.
Se hai bisogno di un maggiore supporto, ricorda che potrai trovare un professionista, che potrà aiutarti ad imparare a dire “basta dire si”.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE