Che paura fa la felicità

Pensi di meritare quello hai? Pensi che quello che hai raggiunto fino ad ora sia merito tuo o della fortuna? Molte persone, che si rivolgono a me presso il mio studio di Monterotondo oppure online, dicono spesso: “Anche se tutti dicono il contrario, io so di non meritarmelo”, “è vero, ho studiato tanto, ma non credo di essere abbastanza bravo”, “sebbene abbia raggiunto ottimi traguardi, non posso dire di essere all’altezza”.

Forse sono frasi che qualche volta hai pronunciato anche tu. Pensieri che, se costanti e inflessibili, possono, a lungo termine, creare quella che la psicologia chiama “sindrome dell’impostore”.

La sindrome dell’impostore è uno schema mentale, nel quale le persone pensano di non essere degne del successo raggiunto, degli apprezzamenti ricevuti, dei riconoscimenti ottenuti e/o della posizione ricoperta. Si tratta di una percezione molto più diffusa di quanto si pensi comunemente, spesso associata a una bassa stima e considerazione di se stessi. 

La persona pensa di non essere in possesso né di abilità né di conoscenze né di capacità tali da giustificare i traguardi che è riuscita a raggiungere, per cui attribuisce il merito di tutto quello che ha ottenuto a fattori esterni, la fortuna in primis. 

Ma perché si parla di impostori? 

La ragione è semplice: le persone che sottostimano le proprie conoscenze e le proprie capacità, non ritenendosi degne della considerazione altrui, si autodefiniscono degli “impostori”.
In realtà non è così, solo che non lo riconoscono a loro stessi.

Le persone, descrivendosi con queste convinzioni, si dipingono come degli imbroglioni e, pertanto, temono che prima o poi gli altri scoprano chi sono realmente. Questa scoperta è percepita come tragica, perché rivelerà al mondo intero come sono indegni e, quindi, hanno l’ansia di perdere da un momento all’altro tutto ciò che hanno. 

Questa percezione diventa limitante, un vero e proprio circolo vizioso, nel quale qualunque successo essi raggiungano o qualsiasi riconoscimento ottengano per loro non sarà mai abbastanza per dimostrare a loro stessi che non sono immeritevoli, incapaci o indegni: insomma, comunque vada, loro continueranno a credere di non essere degni. 

L’impostore ha paura di sé

Ma perché succede tutto questo? Succede perché vorremmo essere eccezionali ed unici nel ricoprire il ruolo che ci è stato assegnato, ma sappiamo perfettamente quali sono i nostri umani punti deboli e non riusciamo ad accettarli, non riusciamo ad accettare l’idea di non poter umanamente raggiungere la perfezione che riusciamo ad immaginare con la nostra mente

Non concepiamo l’idea di essere a volte mediocri, scivoliamo dentro l’impossibile accettazione di svolgere quel ruolo a metà, convinti di aver sbagliato tutto. E così gli errori, anche i più piccoli, ci sembreranno enormi e catastrofici generando in noi un inevitabile senso di colpa. E, confrontandoci con gli altri, usciremo sconfitti perché ci sembreranno sempre più brillanti e capaci.

Per queste ragioni si cerca di non “essere smascherati”, perché uscirebbero le nostre intollerabili umane imperfezioni e allora si cerca di mantenere sempre standard elevati e di fare sempre meglio, senza concedersi mai una tregua, generando stress, ansia, angoscia, frustrazione ed aumentando, quindi, il proprio senso di inadeguatezza.

Quindi: come affrontare dunque la sindrome dell’impostore? In primis è importante riuscire a riconoscere i pensieri svalutanti quando si presentano, guardandosi con curiosità e cercando di comprendere cosa ci fa sentire così inadatti. 

Prova a rispondere semplicemente “grazie” ad un complimento, evitando di sminuirti o svalutarti. E prova a vedere l’effetto che fa.

Pensare “ho sbagliato” è diverso dal dire a se stesso “sono sbagliato“. Se hai sbagliato puoi riparare. Attenzione alle parole che utilizziamo quando ci rivolgiamo a noi stessi! Non è molto utile pensare che il mondo sia diviso in due: i capaci e gli incapaci. Siamo tutti un ottimo e colorito mix tra pregi e difetti, forza e fragilità. Tutti. L’imperfezione è un fenomeno naturale e umano. 

La vita non può essere un continuo successo: ci sono gioie e dolori, successi e fallimenti che si alternano in una trama complessa e, in fondo, affascinante: questo va accettato. Dalle crisi nascono le opportunità, e “dal letame nascono i fiori”, come disse qualcuno. Difficilmente si impara qualcosa senza prima sbagliare.

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Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE