Sembra tutto così intermittente, forse non a caso abbiamo iniziato a mettere decorazioni natalizie già dagli inizi di Novembre, almeno tutto è “più armonico”.
L’altro giorno ho letto sul web “Le domande di Natale” di Luigi Nacci, una riflessione molto profonda, che voglio condividere con voi:
“Ti capita mai, nelle sere di Dicembre, dentro il soggiorno poco illuminato, di avere paura? Paura che rimanga poco tempo, che il buio ingoierà ogni cosa, che ingoierà anche te, che i propositi per l’anno nuovo non facciano la fine dei propositi dell’anno passato? Ti capita di avere paura che arrivino i giorni delle feste, che i parenti durante i pasti senza fine, tra una portata e l’altra, ti dicano che sei invecchiato, e che quella vecchiaia ad un tratto tu te la senta addosso, come un vestito che non può essere tolto? Ti capita di avere paura che arrivi il primo giorno di gennaio, e poi tutti i giorni di gennaio, e tutti i giorni dei mesi successivi, che tutti quei giorni futuri ti sembrino più di quelli sanciti dal calendario, una schiera inaffrontabile di giorni, un esercito imbattibile? […].
Perché sempre più gente dice di sentirsi triste durante le feste, ma poi di questa tristezza non vuole parlare? Come se fosse qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa di sporco da nascondere tra gli aghi di plastica dell’abete comprato al discount? […].
Riuscirò a cambiare? Perderò ciò che è bene perdere? Ricorderò chi deve essere ricordato? Mi prenderò cura di me? Lascerò che gli altri si prendano cura di me? Ed io di loro? Imparerò senza farmi travolgere dall’ossessione di imparare? Gioirò senza esaltarmi? Saprò affrontare il dolore? Accetterò il fatto di passare senza lasciare traccia? Mi metterò in cammino quando sarà il momento? Saprò tornare a casa? Mi eserciterò a sperare, specialmente al buio? Accetterò il fatto che nuove domande giungeranno, e nessuna risposta, e che dovrò aggrapparmi a quei punti interrogativi come a dei ganci, per non cadere? E se cadrò, farò in modo di non far precipitare anche chi mi sta vicino? E di tutti i limpidi giorni del calendario in cui non cadrò, in cui sarò saldo sui miei piedi, saprò godere?”.
Molte persone che si rivolgono a me, nel mio studio di Monterotondo oppure online, hanno queste “decorazioni” appese con un filo alle loro menti, che, in maniera intermittente, si accendono senza sosta e senza pace.
Un Natale felice… a tutti i costi
Alcuni studiosi parlano di Christmas blues, un insieme di sintomi che si sviluppano in concomitanza del periodo natalizio. I vissuti più comuni comprendono tristezza, ansia, nostalgia, senso di vuoto, anedonia e sentimenti di solitudine. A queste emozioni spesso si associano sintomi fisici quali: mal di testa, cambiamenti nell’appetito, spossatezza e difficoltà legate al sonno. Quindi la Sindrome del Natale esiste, anche se non è un disturbo psicologico codificato dai manuali di salute mentale, si tratta effettivamente di una sindrome stagionale, ovvero di un insieme di sensazioni ed emozioni che possono manifestarsi nel mese di Dicembre o durante le feste invernali tra Natale, Capodanno e l’ Epifania.
Forse questo accade perché l’atmosfera natalizia quasi sembra obbligarci ad essere felici a tutti i costi. La tradizione culturale, infatti, ci dice invece che dovremmo provare trepidazione, allegria, armonia o comunque sentimenti positivi. Alcune persone tendono di conseguenza a sentirsi in colpa, arrabbiate o frustrate per non condividere i sentimenti positivi che altre persone provano, e ciò contribuisce alla cosiddetta “Sindrome del Natale”.
Ma, purtroppo o per fortuna, non si può essere felici a comando. Anzi, forse più che sfruttare questo periodo per essere felici, potremmo utilizzarlo per capirci, prenderci cura di noi stessi e trovare il modo migliore per adattarci alle varie situazioni che si presenteranno.
Tristezza e stress del Natale: come prevenirli e affrontarli?
Ognuno di noi, in cuor suo, conosce i propri punti deboli e può provare ad attrezzarsi per prevenire i momenti di disagio. La fine dell’anno tipicamente è un periodo di bilanci, che possono portare ad un rimuginare nel caso di un anno trascorso in maniera non soddisfacente.
Coloro che stanno trascorrendo un momento difficile: per motivi di salute, o perché magari stanno facendo i conti con un lutto importante, una separazione o una crisi di coppia, potranno essere più sensibili in questo periodo. Chi non vive una situazione armonica con la propria famiglia di origine, e si trova obbligato/a frequentarla, può provare tristezza per la propria condizione e provare frustrazione verso chi (anche apparentemente) non vede l’ora che sia il 25 dicembre per festeggiare con i propri cari.
Gli obblighi sociali, ovvero gli impegni che precedono le feste vere e proprie: cene aziendali, aperitivi per scambiarsi gli auguri, gli appuntamenti con estetista e parrucchiere necessari per la preparazione. Chi tende all’ansia e alla timidezza, o chi non ama questo tipo di socialità “imposta”, potrà provare fatica o tensione durante queste interazioni sociali. Inoltre per chi ha difficoltà nel rapporto con il cibo, la gestione della convivialità e l’eventuale aumento di peso conseguente potranno rovinare l’umore.
La corsa agli acquisti, le vie dello shopping caotiche e negozi gremiti, l’ansia da prestazione per l’acquisto di oggetti adeguati alle aspettative, e le eventuali difficoltà economiche nell’assolvere questi “doveri” di spesa rispetto ai regali e agli acquisti gastronomici. Questi aspetti vengono mal tollerati da chi non supporta lo stile consumistico caratteristico di questo periodo. E non dimentichiamo il clima atmosferico: le giornate brevi, il buio, il freddo e l’umidità, che possono influire sull’umore di chi è sensibile a tali fattori.
Qualora fossimo “affetti dal Black Christmas”, ovvero provassimo sentimenti di fastidio e di malessere, questa potrebbe essere una buona occasione per interrogarci meglio sulla provenienza di queste emozioni, acquisendo così informazioni per gestire meglio le situazioni future. Inoltre occorre porsi degli obiettivi realistici rispetto a quello che possiamo aspettarci da queste feste, ed è molto saggio in questo senso non fare confronti o paragoni. Non è necessario uniformarsi ad un copione standard di come il Natale andrebbe vissuto: cosa avremmo davvero voglia di fare in questi giorni? Ricordando che non è obbligatorio aderire a proposte che non ci fanno stare bene o non ci fanno sentire a nostro agio.
Un buon antidoto inoltre è quello di dedicare del tempo ai rapporti di qualità che ci fanno stare bene, che ci fanno sentire “a casa”, accolti e benvoluti, festeggiando la fortuna di poter godere di questi incontri speciali che abbiamo fatto nella nostra vita.
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Buon vento
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE