Belle le immersioni eh? Belle le passeggiate in montagna, ad ossigenarsi per bene, vero? Ma tempus fugit, dicevano i latini. E da oggi le uniche immersioni saranno quelle tra la routine quotidiana e le uniche montagne da ammirare saranno quelle di tediosi impegni.
No, non voglio essere sadico. Vengo in pace, anche perché, sono uno di voi. Siamo tutti sotto lo stesso cielo.
Questa sensazione che ci accomuna è definita “post-vacation blues”.
La sindrome da rientro è una condizione di malessere psicologico e fisico che si sperimenta a fine estate e deriva dal rientro nel contesto e nella routine: un susseguirsi di impegni e di scadenze da rispettare che si sostituisce a ritmi, luoghi ed attività gratificanti dei periodi di vacanza.
Non una patologia, dunque, ma una risposta psicofisiologica alla re-immersione nello stress. D’altronde non si ha mai tanto bisogno di una vacanza quanto nel momento in cui vi si è appena tornati.
Ma perché le vacanze finiscono?
Dopo le vacanze si fanno le lavatrici, mica le grandi domande. Quindi evitiamo di restringere qualche capo in lavatrice e proviamo a ridimensionare la concretezza della nostra domanda (anche perché la risposta al perché le vacanze finisco è abbastanza ovvia).
Quindi più che chiederci perché le vacanze sono finite, chiediamoci: “Come si può fronteggiare lo stress da rientro?”
Il primo giorno di lavoro dopo le vacanze.
Si accende il computer come se fosse una macchina del caffé, e si guarda fissi lo schermo, come si fa con la centrifuga della lavatrice nei giorni di pioggia. Ma oltre a questo cosa si può fare?
- Riprendere con gradualità le attività lavorative, concedendosi un periodo di “assestamento” prima di rientrare pienamente nella routine quotidiana, il periodo di riassestamento può essere anche circoscritto ad un paio di giorni. Gli impegni dovranno essere affrontati a partire dai meno complessi. Saper semplificare significa eliminare ciò che è superfluo perché possa esprimersi ciò che è necessario.
- Introdurre abitudini salutari: ad esempio resettare il ritmo sonno-veglia, che solitamente in vacanza è meno regolare, aumentando le ore di sonno, prendersi cura dell’alimentazione, bere molta acqua e ridurre il consumo di caffeina e di alcolici, se in vacanza è stato più abbondante del solito. Chi ha la salute, ha speranza e chi ha la speranza ha tutto.
- Dedicare del tempo alla cura di sé: ritagliare uno spazio per le piccole attività gratificanti (ad es. fare un bagno rilassante, una passeggiata con amici, prendere appuntamento dal parrucchiere). Per prima cosa ama te stesso ed ogni altra cosa andrà al suo posto.
- Praticare attività fisica: lo sport, anche una semplice camminata a passo sostenuto, che facilita il rilascio di endorfine e favorisce il buonumore.
- Porsi un obiettivo: gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando distogli gli occhi dal tuo obiettivo.
- Coltivare il pensiero positivo, perché no, anche pianificando le prossime vacanze… o una breve gita fuori porta, realizzabile in breve tempo.
Il viaggiatore racconta a se stesso e poi agli altri le tappe del suo itinerario. Ci rimugina sopra, le riunisce e stende davanti a sé, la carta delle sue esperienze. Per ritrovare poi la nostalgia del ritorno. Ma è proprio da lì che ricomincia, consapevole nel suo cuore che una storia è conclusa, per far si che un’altra storia possa ricominciare. Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare, ritorneremo al punto di partenza, per conoscerlo per la prima volta. Non si può leggere sempre la stessa storia per troppo tempo, come disse William Shakespeare: “Se uno passasse un anno intero in vacanza, divertirsi sarebbe stressante come lavorare”. Niente logora così tanto come le vacanze, quando si prolungano.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE