Api, cavole e cicogne si sono stufati

C’era una volta un’ape che per caso si trovò nella stanza di un bambino. Intenerita osservava la mamma dargli la buona notte e rimboccargli le coperte, ma mentre lei stava per spegnere la luce il bambino le chiese qualcosa. La donna, dopo un’esitazione che alla piccola ape parve imbarazzata, si sedette sul letto e cominciò a raccontare.

 

Fu allora che la nostra apina si accorse che la protagonista di quel racconto era proprio lei. In una sorta di gossip da parrucchiere di provincia, la giovane donna spiattellava a quel marmocchio troppo curioso tutta la sua vita intima e privata nei minimi particolari, compresa quella scappatella con il cespuglio di rose che tanto aveva mandato su tutte le furie le margheritine di campo con le quali aveva un rapporto duraturo e stabile da anni. S’indignò non poco per quella mancanza di rispetto della privacy e dopo averle pizzicato lievemente il sedere per dispetto, volò dalle sue compagne per raccontare l’accaduto.

Venne organizzata una riunione alla quale parteciparono anche i fiori, e tutti quanti si trovarono d’accordo sulla necessità di tutelare la comune intimità dal becero pettegolezzo umano.

Intervennero anche i cavoli, che raccontarono di uno sfruttamento a loro danno durato secoli, e poi le cicogne, furibonde per tutte le frottole raccontate sul loro ruolo di fattorine di bambini stile “Amazon Prime”!

 

All’unanimità decisero quindi di interpellare due autorevoli esperti della “razza uomo”, con un curriculum lungo milioni di anni: il cane e il gatto, al fine di capire qualche cosa di quello strano e irrispettoso atteggiamento.

I due, che l’uomo lo conoscono in effetti molto bene, rivelarono che non era sempre stato così e che questa strana attitudine alla frottola sessuale si era consolidata solo da qualche secolo. Il motivo però, malgrado le loro molte conoscenze, non lo seppero spiegare.

Bene, dopo avervi intrattenuti con questa inusuale favoletta, che ne dite se ci proviamo noi a dare una risposta?

Perché, malgrado millenni di civiltà sul groppone, ancora entriamo in crisi alle naturali curiosità sul sesso dei bambini?

Imbarazzo, iperprotezione, infantilismo, pregressi e arcaici tabù, questioni religiose, … mille più una sono le motivazioni che legano le lingue degli adulti nel momento fatidico che segue alla domanda, portandole a inanellare una sequela di stupidaggini da campionato mondiale di arrampicamento sugli specchi.

E allora chiariamo subito una cosa: il problema, quello dell’imbarazzo o del timore, è tuo, non suo.

I bambini non s’imbarazzano, non è nella loro natura. Anzi, ricevono grande sicurezza e soddisfazione dalla chiarezza. Ovviamente quando parlo di chiarezza non intendo brutalità lessicale, tuttavia anche la scelta dei termini è importante e, credetemi, aiuta a sbloccarci.

Come possiamo parlare di sesso con i nostri figli se ci ostiniamo a dare nomi di verdurine agli organi preposti da madre natura a questo scopo?

Quindi, bando a patatine e pisellini e cominciamo.

Il sesso sarà parte integrante della sua vita e molto presto. È importante che lo recepisca come la cosa più naturale del mondo e il perché è facile da capire: perché lo è a tutti gli effetti. Avrà curiosità innate, istinti di sperimentare a momenti anche inarginabili, sani appetiti. È un suo diritto non sentirsi in colpa.

Il sesso inoltre arriverà anche in assenza delle tue “indicazioni” in quanto sarà la natura stessa a dettarne le regole. Tuo compito è far sì che con esso abbia sin da subito il migliore dei rapporti.

Spesso quando i bambini fanno domande cercano solo una conferma, e non una rivelazione. Oltretutto nel mondo attuale, ricchissimo di contatti e canali, le cose che effettivamente non sanno sono molto poche e comunque sempre facilmente rintracciabili.

  • Parlagli in modo estremamente chiaro, usando i termini giusti;
  • procedi per gradi, in relazione non tanto all’età ma all’effettivo rapporto con il sesso che la caratterizza;
  • insegnagli il rispetto per il proprio e l’altrui corpo;
  • non censurare, film, programmi, discorsi … non serve ad altro che a trasformare il sesso in pruriginosa curiosità e a rivestirlo di un’aura “sporca” che non ha ragione d’essere;
  • insegnagli poi, quando sarà il momento, che il sesso non si pretende, che non deve mai essere violenza, mai derisione, mai sopraffazione;
  • fagli capire che libertà non significa superficialità, che l’atto sessuale è sempre e comunque un atto estremo nei confronti dell’altro, è il darsi in modo totale.

E se non chiede?

Rispetta il suo silenzio. Cerca piuttosto di trasmettergli comunque i valori di cui ho fatto cenno sopra.

Se trattato in famiglia con la naturalezza che merita, il sesso e il relativo percorso verso la sua scoperta non saranno un problema per tuo figlio.

Da ultimo, nel ricordarti che anche chiedere un aiuto può essere anche solo un buon inizio per sbloccarti, sciogliere quel nodo alla lingua e affrontare la faccenda in piena serenità, ti lascio con il solito e benaugurale

Buon Vento!

 

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

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