Giacomo Leopardi nelle sue Operette Morali ci racconta una storia molto simbolica, che, soprattutto in questo periodo dell’anno, voglio raccontarvi.
“Si stava avvicinando la fine dell’anno e il venditore di almanacchi cercava di vendere per la strada di un centro sconosciuto i suoi calendari. Invitò un passante a comprare l’almanacco e tra i due si intavolò una vivace discussione, dal tono apparentemente leggero. Il passante chiese al venditore di almanacchi se prevedeva un anno più lieto di quello che stava per finire. La risposta fu affermativa. Ma alla domanda “a quale degli anni che avete vissuto vorreste che assomigliasse questo nuovo?”, il venditore si smarrì. Alla fine, infatti, fu costretto ad ammettere che non ci sono stati nella sua vita trascorsa tempi felici, anni a cui voglia che assomigli l’anno che verrà. Il passante, quindi, dopo aver fatto ammettere al venditore che egli, come tutti, sarebbe più che mai contento di ritornare a vivere gli anni passati, ma solo a patto che siano anni nuovi, diversi da quelli già vissuti, lo porta a riconoscere che la vita è sempre per tutti un cumulo di dolori e di sventure e che «la vita che è una cosa bella» è «la vita futura», quella che non si conosce e circa la quale ci si può illudere. Poi compra «l’almanacco più bello» e se ne va”.
Quanti di noi in questi giorni stanno riponendo tutte le speranze nell’anno che sta per arrivare? Con il cambio di calendario si fanno largo i pensieri circa i buoni propositi per l’anno nuovo, le riflessioni su come migliorare la propria vita.
Spesso ci accingiamo a salutare un periodo che volge al passato e che finisce con un misto di speranza e malinconia, temendo forse che il desiderio di rinnovamento si infrangerà non appena ricominciata l’abituale routine dopo le Feste.
E se non fosse così? E se ognuno di noi potesse appuntarsi, mentalmente o concretamente, dei piccoli promemoria, dei piccoli pensieri motivanti per ispirarsi a perseguire davvero qualcosa di nuovo nella propria vita? Non ci pensiamo mai, ma i cambiamenti di vita a volte partono da come si inizia a pensare alla vita…
Il futuro si costruisce un giorno per volta
Una delle trappole mentali più diffuse, in cui noi esseri umani ci incagliamo spesso, è quella di vedere le cose in maniera bianca o nera, di aspirare ad un cambiamento “tutto e subito” e quando non vediamo le nostre speranze concretizzarsi in maniera immediata sprofondiamo nell’insoddisfazione. Quello che spesso facciamo è focalizzare la nostra attenzione su un aspetto della nostra vita che non ci piace, generalizzandolo a tutta la nostra vita, fino a sentirci schiacciati da una sensazione, che sembra dirci che “nulla va bene”, anzi che forse siamo proprio noi a non andare affatto bene.
Focalizzarsi mentalmente su che cosa si vorrebbe cambiare della propria vita, può essere d’aiuto, dato che forse ci sono alcune cose che è possibile iniziare a cambiare fin da subito, magari sono più semplici e definite, altre che, invece, forse vi richiederanno del tempo, altre ancora che rimarranno, al momento, piuttosto nebulose ed ardue da modificare. Iniziare dalle piccole cose predispone ad essere già in cammino nella direzione dei propri sogni.
Alle volte ci barrichiamo dietro una certa dose di cinismo, rinunciamo a sperare, ci prepariamo al peggio per evitare di rimanere delusi se le cose dovessero andar male. Ma la tenacia con cui coltiviamo i nostri sogni, i nostri desideri e le nostre speranze è ciò che sostanzia la determinazione più audace e spesso, anche quando non accade subito ciò che speravamo, quella tenacia ci conduce, alla fine, sempre da qualche parte.
Non ottenere ciò che vuoi può essere un meraviglioso colpo di fortuna
Conosci la favoletta degli studiosi ciechi? Questi studiosi, avendo trovato un esemplare di elefante alle porte della loro città, iniziarono a studiare quell’animale, fino ad allora sconosciuto alla loro gente. Uno di loro, che ne aveva accarezzato le zanne lo descrisse come liscio e acuminato. Un altro, avendone toccato la pancia, come rugoso e tondeggiante, un altro ancora, che ne aveva tastato le orecchie, come un essere sottile e senza zampe… Ognuno di loro aveva una conoscenza parziale, ma non una visione di insieme…
Quando nella vita non otteniamo ciò che vorremmo siamo portati a fare come quei ricercatori, a trarre delle conclusioni assolute sulla base del nostro parziale e soggettivo punto di vista, convinti che solo quel che ci eravamo immaginati potesse rappresentare il meglio per noi.
Alle volte la vita si rivela essere come un maestoso elefante e, nel negarci qualcosa, può concederci qualcos’altro che non avremmo mai immaginato: una persona che altrimenti mai avremmo incontrato, una crisi personale che ci ha trasformato, una perdita da cui abbiamo imparato molto o una delusione che ci ha dato modo di intraprendere una strada che mai avremmo immaginato.
Quindi buon anno e che si possano aprire le porte di ogni opportunità…
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE