Anime fragili

“Sei una frignona!”, “Non fare i capricci”. Voci del passato? E che dire di questa frase pronunciata con le migliori intenzioni: “Sei troppo sensibile per essere felice?”. Se siete simili a me, avrete sentito tante volte frasi simili a queste, e avrete forse pensato che in voi c’era qualcosa di diverso. Anch’io mi ero convinta di avere un difetto di fondo, che dovevo nascondere e che mi condannava a una vita di secondo piano. Pensavo di essere sbagliata”. 

Questo scrive nel suo libro Elaine Aron, una psicologa e ricercatrice americana, che è stata una delle prime studiose ad approfondire il tema delle persone altamente sensibili. E’ proprio lei a spiegare che l’alta sensibilità non è una condizione anomala o patologica

Questo tema è particolarmente caro a molte persone, che per anni interi hanno etichettato la loro sensibilità come un difetto ed una maledizione che impediva loro di vivere “come gli altri”.

Molte persone, che si rivolgono a me nel mio studio di Monterotondo oppure online, mi dicono di sentirsi anomali, diversi e sbagliati per un mondo che sembra sentire con “uno strato di pelle più spesso”. Ma è davvero così?

Come sentono le persone altamente sensibili?

Le persone altamente sensibili possiedono un forte senso di empatia, per questo a volte rispondono a uno stimolo in maggior misura rispetto a chi lo sta subendo direttamente e in prima persona. Vanno oltre le parole e prestano attenzione anche al linguaggio non verbale dell’altra persona. Sono molto intuitive e di fronte a un problema tendono a scavare in profondità.

Prima di riuscire a scegliere, hanno bisogno di analizzare sottigliezze e dettagli. Agli occhi altrui, infatti, impiegano più tempo del dovuto, ma questo accade perché calcolano tutte le possibili conseguenze.

Le persone altamente sensibili non sono rilassate in una situazioni come le competizioni di gruppo, dato che non amano che gli altri dipendano dalle loro mosse. Hanno una bassa tolleranza di fronte agli errori. A volte anticipano l’altro criticando se stessi prima che sia lui a farlo.

Elaine Aron nel 2010 scrive “Psychotherapy and the Highly Sensitive Person”, dove, per aiutarci a capire di cosa stiamo parlando quando usiamo la parola “ipersensibile”, si serve dell’acronimo DOES:

D, depth, profondità: una persona che osserva tutto, riflette, collega alle esperienze passate ed elabora maggiormente ogni evento;

 O, over-stimulation: presta maggiore attenzione a ogni dettaglio e si stanca prima, tende a evitare situazioni che reputa snervanti e per questo magari viene definita sociopatica;

 E, emphasis: enfasi oltre che empatia, una persona che mostra maggiore attività dei neuroni specchio;

S, subtleties: sottigliezze, sensibilità ai dettagli esterni come luci, colori e rumori ma anche a quelli interni, ovvero ai vissuti dell’esperienza personale e altrui.

La sensibilità: croce e delizia

Se tutte queste caratteristiche “raccontano di te” starai sicuramente capendo come mai riesci spesso a comprendere gli altri e sai cogliere tutti i segnali intuendo se c’è un problema intorno a te. Stai capendo come mai non ami mai scegliere e perché hai sempre paura di commettere errori. Ti è più chiaro perché hai sempre una certa attenzione ai piccoli dettagli e ai particolari, perché riesci subito a cogliere le piccole modifiche, le parole dette a metà, il nuovo smalto di un’amica o il nuovo taglio di capelli di un amico… Stai realizzando perché (anche se odi farlo) ti capita di piangere spesso e perché hai tutta quella fantasia e tutta quella creatività.

Ma soprattutto stai capendo perché a volte ti senti in ansia e sopraffatta.
La tendenza ad assorbire le emozioni altrui, nonché a percepire, sentire, decodificare, rimuginare sulle tue azioni può, a mano a mano, consumarti. Per questo è importante sviluppare strategie per prendersi cura. 

E’ fondamentale dedicare del tempo a te per ricaricare le energie. Imparare a dire “no” quando necessario e a stabilire limiti sani nelle relazioni e nelle attività quotidiane. E’ fondamentale accettarsi per come sei e concederti gentilezza e comprensione quando affronti sfide o sensazioni di sovraccarico emotivo.

Perché, ricorda sempre, la tua grande sensibilità è una virtù che ti consente di vedere tutti i colori della vita, di sentirti più vicino alle persone e di arrivare dove altri non riescono. É una caratteristica che ti rende una persona unica e della quale essere orgogliosa, una cosa rara, fragile e delicata, che come ogni cosa rara, fragile e delicata va protetta.

Se hai curiosità o domande chiedi pure e se ti interessa rimanere aggiornato settimanalmente, su temi relativi al benessere ed alla psicologia, puoi Iscriverti alla Newsletter sul sito www.federicopiccirilli.it

Se hai voglia puoi lasciare anche il tuo passaggio e il tuo feedback sulla Pagina Facebook Dott. Federico Piccirilli.

Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE