“Ho paura che la tristezza che provo quotidianamente a Natale diventi più forte, che tra quel bagliore di luci e suoni il mio vuoto venga illuminato ed ho paura, tanta paura”… E’ così che apre la sua seduta il mio paziente l’altro giorno, nel mio studio di psicologo a Monterotondo.
Perché sappiamo tutti che il periodo del Natale è senza dubbio molto affascinante. Le settimane sono caratterizzate da un clima magico, favorito dai giochi di luce delle luminarie, dagli addobbi colorati, dalle vetrine allestite. La spensieratezza, la speranza e la gioia sono parole all’ordine del giorno. Ma dobbiamo anche riconoscere che per alcune persone il Natale può coincidere con la tristezza e tutto ciò che accompagna questa emozione. Questa condizione prende il nome di “Christmas blues”, o depressione natalizia.
Per questo ho ripensato a questa frase, ripresa da quella famosa pubblicità del pandoro, “A Natale puoi…”, ma cosa possiamo permetterci a Natale? Possiamo permetterci di essere anche tristi?
Un Natale (im)perfetto
I social e le pubblicità ci trasmettono un ideale di Natale caratterizzato dalla perfezione, dall’assenza di conflitti, di preoccupazioni, di tensioni. Ci mostrano come a Natale “siamo tutti più buoni”, prestando particolare attenzione all’aspetto relazionale tra amici, familiari, colleghi.
Insomma, ci mostrano una situazione ai limiti dell’immaginario che non tiene conto della complessità della realtà e dell’aspetto individuale di ogni persona. Il fatto di vivere situazioni che si allontanano da questa rappresentazione “perfetta”, può farci sentire inadeguati, diversi o sbagliati.
Vivere con tristezza, malinconia o ansia il periodo del Natale non significa essere “persone sbagliate e cattive”. Invece, imparare ad ascoltare la tristezza e le altre emozioni è estremamente utile. Anche se il clima natalizio impone il contrario, non è necessario dimostrarsi gioiosi in ogni momento. Se ti senti triste a Natale, ricordati che non c’è nulla di male in questo.
L’opportunità del Natale
La nostra società ritiene che le tradizioni siano quasi un obbligo morale, da rispettare con rigore e devozione. Per questo l’eventuale sconsacrazione di tali tradizioni ci porta a provare un senso di colpa interiore, che ci fa sentire inadeguati e sbagliati agli occhi altrui.
Ma alcuni nostri stati d’animo possono essere utili per imparare a ripensare al Natale non come un evento imposto e obbligatorio, ma come una possibilità di scegliere se aderire, o meno, ai festeggiamenti, mantenendo i propri valori e rispettando le proprie emozioni.
Quindi permettiamoci di essere come ci sentiamo di essere. Sempre. Perché i colori del Natale non sono solo il rosso, il bianco, l’oro e l’argento, ma anche tutte le sfumature del nostro animo.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE