Sfilano anche per le strade di Monterotondo: maschere, castagnole, coriandoli e soprattutto… chiacchiere. Questo è lo spirito del Carnevale.
Da secoli durante questa festività era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi rendeva irriconoscibili il ricco e il povero e così scomparivano le differenze sociali. Una volta terminate le feste, il rigore e l’ordine tornavano a dettare legge nella società. C’è anche un proverbio associato al carnevale, derivato dall’antico detto latino «semel in anno licet insanire» – “una volta l’anno è lecito impazzire” – la dice lunga!
Ma cosa c’entra il Carnevale con la psicologia? C’entra perché “lungo il sentiero della nostra vita incontriamo sempre più spesso molte maschere e pochi volti”… anche quando non è Carnevale.
Come riconoscere le bugie?
Il libro “Istruzioni per rendersi infelici” di Paul Wazlawick è una miniera di spunti di riflessione. Il libro racconta con ironia i paradossi dei comportamenti e della comunicazione umana.
Una delle perle del libro riguarda il concetto di spontaneità. Una delle espressioni che più spesso ci sentiamo dire è “sii spontaneo”. Non è difficile rendersi conto come un ordine risulti altamente incompatibile con il concetto di spontaneità. E’ questo il paradosso della spontaneità. Obbedire essendo spontanei. Seguire spontaneamente un ordine. Chiedere ad una persona di essere spontanea, infatti, è un paradosso perché la spontaneità, per definizione, è naturale e non può essere prescritta.
Allo stesso modo chiedere a qualcuno di “dirci la verità” risulta paradossale. Siamo tutti “peccatori” in questo, mentiamo per diversi motivi e con diverse intenzioni. Per non ferire gli altri, ad esempio, per avere un vantaggio, per evitare una punizione o un giudizio negativo, per ottenere qualcosa, per sottrarci ad un compito sgradito. A volte, addirittura, mentiamo per recare danno consapevolmente e deliberatamente ad altre persone. Quest’ultimo caso è quello da cui è bene imparare a difendersi.
Come fare a smascherare un bugiardo patologico?
I bugiardi patologici sono abilissimi nel manipolare e nel raccontare menzogne e le costruiscono così bene perché sono stati abituati a farlo. La mezza verità è una delle menzogne più tipiche del bugiardo patologico. La mezza verità cancella le evidenze contrarie o omette i dettagli che svelano il vero, o censura le notizie che contraddicono la nostra tesi. Con una mezza verità si cerca di abbellire una casa in rovina.
Quando ti trovi di fronte a delle persone che utilizzano le bugie come un modus vivendi, è inutile cercare di cambiarle, o pensare di essere la cura dei bugiardi patologici, come la fatina di Pinocchio.
Piuttosto cerca di difenderti, in primis, presta più attenzione alle azioni che alle parole. Inoltre quando hai dubbi ripensa alle sue parole e fatti domande specifiche. Osserva anche le tue emozioni ai suo comportamenti: Ti senti titubante? Ti senti obbligato o intrappolato?
Infine ricorda che ci sono casi in cui non c’è altra scelta che stabilire una distanza, almeno psicologica.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE