“In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste, con la punteggiatura nei posti giusti in modo che possano dire quello che devono dire nel modo migliore” diceva Raymond Carver, ma quante volte alcune parole ci hanno ferito peggio di una coltellata?
Quando soffriamo per le parole delle persone cui abbiamo affidato un pezzo di noi, della nostra vita, del nostro lavoro, della nostra amicizia, è perché di loro ci fidiamo e pretenderemmo solidarietà e sostegno incondizionato, ma non sempre queste nostre aspettative vengono colmate e questo ci fa provare una forte frustrazione.
In quel momento consideriamo quelle parole ingiustificate, improvvise, violente, sorprendenti. E se non siamo nella disposizione d’animo giusta, quelle parole rischiano di restare incise nel nostro animo come segni sulla corteccia di una albero.
Le parole sono un’arma a doppio taglio
Sono molte le persone che si rivolgono a me proprio perché alcune parole le hanno ferite profondamente.
E sembrerà paradossale, ma nella stanza del mio studio di psicologo a Monterotondo c’è uno strumento che utilizzo quotidianamente ed è proprio la parola, perché in fondo la parola non può solo distruggere, ma anche ricostruire.
Parole vs parole, sembra un’equazione matematica, una formula chimica o più banalmente uno smacchiatore, che deve agire su quella bella camicia bianca appena macchiata di sugo. Perché se non rimuoverete la macchia, resterà per sempre. Non potrete dimenticare il gesto, forse nemmeno rimuovere il dolore. Ma evitare che si consolidi, che produca una reazione.
Come reagire davanti alle parole distruttive?
Un giorno mi sono accorto che il linguaggio produce la realtà che abbiamo intorno a noi. Questa è anche la ragione per cui scrivo, voglio che la mia realtà sia meravigliosa. E quando non è così, scrivo per renderla più bella.
Perciò, dato che le parole sono importanti, decidete di usarle per il bene. Non lasciate che la rabbia e la re-azione caratterizzino i vostri giorni. La prima condizione da rispettare in qualsiasi forma di comunicazione e di uso delle parole è il rispetto.
A tutti può succedere, una volta ogni tanto, di farsi sfuggire parole nocive. Tuttavia, quando questo accade, dovete esprimere chiaramente il vostro dispiacere, il fastidio e il dolore che provate. Usate la “personalizzazione” per mostrare all’altra persona come si sentirebbe se fosse nei vostri panni. Questo vi aiuterà a non ricambiare con la stessa moneta, ma a far comprendere all’altra persona il vostro sentire. Anche Gandhi diceva: “Quando voi discutete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare”.
Ma ci sono momenti in cui la distanza sarà necessaria e benefica, quando, ad esempio, la comunicazione è troppo frequentemente aggressiva e infrange i vostri diritti, arrivando persino ad annullarvi. In questo caso è chiaro che non bisognerà continuare a coltivare quella relazione e perciò sarà necessario difendersi e mantenere le distanze.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE