Le storie possono essere terapeutiche, perché ogni storia custodisce dei personaggi simbolici, nei quali ognuno di noi può rispecchiarsi e trarre una preziosa morale. Per questo oggi, dalla poltrona del mio studio di Monterotondo ti racconterò una storia, che forse già conosci, ma che può insegnarti qualcosa di nuovo…
«Nessuno al mondo poteva essere allegro e spensierato come Peter e la sua risata era simile al più incantevole gorgogliare di un ruscello. Aveva mantenuto il sorriso di quando era venuto al mondo». Così viene descritto Peter Pan, l’amato personaggio Disney, che quasi tutte le generazioni conoscono.
Ma Peter Pan è un personaggio molto più comune di quello che crediamo ed è molto più concreto di quanto immaginiamo. Infatti al giorno d’oggi lo incontriamo spesso nella nostra società.
La pubblicità fomenta l’eterna giovinezza e l’edonismo, le opportunità lavorative sono scarse e la dipendenza economica dai genitori si protrae nel tempo. Questi sono i requisiti giusti per diventare un eterno Peter Pan.
I Peter Pan fanno un autentico sforzo per evitare le responsabilità e temono gli impegni come se fossero incubi notturni.
Confondono il vero significato della parola “libertà”: pensano che ogni cosa che implichi un certo grado di responsabilità o impegno toglierà loro libertà.
Desiderano relazioni affettive, ma hanno paura di affrontare il carico di una «relazione impegnativa».
È importante però non contrastare ciò con quei normali lati infantili che caratterizzano la persona a ogni età e che gli permettono di esprimere creatività, energia, immaginazione, inventiva e coraggio. Quindi, come sempre, occorre fare una distinzione tra ciò che è funzionale e ciò che è disfunzionale.
Il problema si pone quando questa tendenza a manifestare caratteristiche tipiche infantili esce dai suoi naturali confini e la dimensione ludica diventa fine a se stessa, impedendo l’evoluzione della persona, che rimane ingabbiata nei comportamenti regressivi. Questi atteggiamenti possono infatti portare ad una sofferenza sia per chi li mette in atto, sia per chi li subisce.
Per tutti i Peter Pan perennemente in volo, oggi voglio chiedervi di scendere qui in basso solo per un secondo. Voglio invitarvi a fare 4 piccoli passi per provare a diventare un po’ grandi e per imparare a fare voli molto più lunghi, belli e consapevoli. Voglio donarvi la voglia di volare, non lontano dalle responsabilità, ma per il semplice piacere della leggerezza.
Ecco perciò 4 piccoli suggerimenti per voi:
- Affronta le tue paure, chiediti cosa significa per te «crescere» ed «assumersi responsabilità»
- Utilizza la tua immaginazione, creando la tua idea di adulto ideale che vuoi diventare
- Assumiti responsabilità a piccoli dosi, iniziati ad occupare di piccole cose in cui già sai di essere capaci
- Costruisciti degli obiettivi di vita concreti e raggiungibili solo con le tue risorse.
Per far sì che possa davvero maturare il Peter Pan dovrà abbandonare le proprie sicurezze per aprirsi al nuovo: far spazio alla propria ombra, ossia ai lati della nostra personalità che non vogliamo riconoscere o addirittura neghiamo di avere.
Tutto ciò servirà per accettare che nella vita non ci sono solo emozioni positive, ma esiste anche la sofferenza ed emozioni più negative quali rabbia, paura e tristezza, che ci permetteranno di vivere in modo autentico.
C’è chi vola per scappare dalle cose e c’è chi vola per accarezzarle dall’alto, con la leggerezza nel cuore. Solo tu puoi dirigere il tuo volo verso l’Isola che non c’è…
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE