Hai pagato le bollette? A che ora devi portare i bambini a sport? Hai richiamato la tua amica? A che ora era l’appuntamento dal dentista? Ma oggi che giorno è? C’è il latte in frigo?
Sono solo alcune delle domande che ogni giorno, mentre come laboriosi criceti sulla ruota maciniamo la nostra giornata, ci poniamo. Domande essenziali, che ci servono per programmare la giornata, sembrano tante, ma il nostro cervello è programmato per essere multitasking, ma cosa accade quando il meccanismo si blocca?
Succede che arriva lo stress… Molte persone nel mio studio di Monterotondo lo citano durante le sedute.
Lo stress è uno dei mali che affligge la nostra frenetica società moderna, anche se, in realtà la vita è, per definizione, un succedersi di stress per il semplice fatto che “vita è movimento”.
Quindi lo stress non è tanto un’invenzione di ultima generazione, quanto un modo diverso di interpretare gli stimoli di cui ci circondiamo e dai quali siamo (inevitabilmente) siamo circondati.
Non tutti i cambiamenti sono vissuti come minacciosi: tutto dipende dalla valutazione che ne fa l’individuo in base alla loro potenziale pericolosità e alla propria capacità di farvi fronte. Gli eventi/situazioni che vengono riconosciuti come potenziali minacce sono chiamati fattori di stress (stressori).
La cosa interessante è che il cervello non fa differenza tra minacce reali e minacce mentali (pensate o immaginate): mette sempre in atto la “reazione attacco/fuga” descritta da Walter Cannon nel 1920. Infatti, in alcuni casi, il timore di un’interrogazione a scuola può suscitare la stessa reazione che scatenerebbe la vista di un lupo inferocito.
Quindi, come al solito, la nostra percezione crea il nostro mondo.
Essa è infatti una scala di valutazione del livello di stress per ogni stimolo, proprio per questo ci sono stress acuti, che durano poco, nei quali l’equilibrio viene ripristinato appena il fattore di stress cessa, ma anche stress, che, secondo la nostra percezione, sono troppo pesanti e che quindi vengono trascinati più a lungo.
Ma a prescindere dalla nostra valutazione… Come si esce dal circolo vizioso dello stress?
Innanzitutto essere in grado di stabilire obiettivi specifici e realistici e pianificare come raggiungerli può essere di grande aiuto per ridurre lo stress.
Quindi chiediti sempre: il mio obiettivo è SMART?
Smart è un acronimo inglese che ci ricorda che un obiettivo, per essere raggiungibile, deve avere dei criteri. Ogni obiettivo deve essere specifico, misurabile, riconosciuto, realistico e scadenzabile.
Al contempo non bisogna cadere nella trappola di una pianificazione eccessiva, perché questo ci porterebbe a provare ansia e frustrazione ogni volta che il nostro programma non può essere rispettato.
E se, invece, ti senti stressato perché ti sembra di dover fare troppe cose? In questo caso l’apprendimento di abilità di gestione del tempo ti potrà aiutare a ridurre lo stress o magari sfatando semplicemente il mito, secondo il quale devi far sempre tutto alla perfezione e non devi sbagliare mai. Queste e altre convinzioni potrebbero essere la causa del tuo stato di stress.
Potresti infatti renderti conto che, anche se sei sempre di corsa, non stai procedendo nella direzione che vuoi!
Comprendere qual è la direzione verso la quale voglio dirigere la mia vita è il primo passo per agire in modo consapevole.
Come diceva il grande Seneca “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”.
Se hai curiosità o domande chiedi pure e se ti interessa rimanere aggiornato settimanalmente, su temi relativi al benessere ed alla psicologia, puoi Iscriverti alla Newsletter sul sito www.federicopiccirilli.it
Se hai voglia puoi lasciare anche il tuo passaggio e il tuo feedback sulla Pagina Facebook Dott. Federico Piccirilli.
Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE