Il primo d’Aprile è famoso per gli scherzi, eppure a molte persone piace scherzare tutti i giorni, scherzare è piacevole, se si è in due a farlo, ma c’è un modo di scherzare che può divenire irritante.
La tipologia di scherzo, di cui voglio parlarti oggi è quel sottile sarcasmo, dietro al quale molte persone si nascondono per tirare addosso agli altri aspre critiche.
D’altronde è storico il detto: “Pulcinella, scherzando scherzando, disse la verità”. E non sono poche le persone che seguono la modalità Pulcinella.
Quante volte ti è capitato di ricevere offese mascherate da “battute”? Oppure di essere sarcastico verso qualcuno con il solo fine di punzecchiare e ferire?
Probabilmente siamo stati un po’ tutti vittime e carnefici di questo gioco.
Molte persone, durante le sedute nel mio studio di Monterotondo, mi chiedono spesso pareri circa alcuni fatti delle loro vite: “Federico, secondo te stava scherzando?”. Quasi sempre mi capita di rispondere a questa domanda con un’ulteriore domanda: “Secondo te?”. Rispondo così sia perché il mio mestiere non è quello del giudice che fa sentenze (e ne tanto meno quello dell’indovino), ma anche perché è bene che ognuno di noi sia in grado di saper leggere ciò che avviene attorno a sé con i propri occhi. E’ una risorsa che abbiamo tutti, ma che dobbiamo imparare ad affinare.
Proprio per questo è bene capire la differenza tra ironia e sarcasmo.
Partiamo dalle basi: sarcasmo, dal greco sarkasmòs, fa riferimento al dilaniare, addentare, lacerare carni. L’etimologia esprime con immediatezza l’aggressività contenuta nel sarcasmo. Al contrario dell’ironia, che invece ha un effetto benefico, quasi rilassante, dissipa le tensioni, stimola pensieri nuovi e anche se volta ad esprimere un disappunto, essa viene espressa all’altro con un animo benevolo, quindi non ferisce.
Il confine con l’umorismo è sottile e le differenze sostanziali si riconoscono dall’effetto che producono.
Quindi un parametro di giudizio per comprendere se una persona vuole scherzare o vuole feriti può essere indubbiamente misurato in proporzione all’effetto che le sue parole hanno su di te.
Ma chi sono i sarcastici?
In genere i sarcastici sono tutti coloro che si sentono sopra le righe, per formazione, per cultura o per lavoro e tutti coloro che si credono detentori di una saggezza scontata, che utilizzano allo scopo di disprezzare l’altro.
Ma non solo, anche gli insicuri, che calibrano il proprio giudizio di sé sul riconoscimento esterno e che quindi sono dipendenti dal consenso e dal contesto, oppure coloro che necessitano di attenzioni da parte degli altri e che quindi le richiedono sotto forma sarcastica o anche semplicemente coloro che reprimono la rabbia, fino a farla esplodere attraverso frecciatine al veleno.
Insomma è lo strumento “vincente” di chi vuole apparire forte e attaccare, garantendosi di non essere attaccato.. perché “stava solo scherzando”. Chiaro, no?
Sicuramente starai pensando che conosci molte persone che utilizzano questo strumento, anche, e soprattutto, contro di te. A volte la presenza di queste persone è inevitabile nella nostra esistenza, perciò come possiamo fronteggiarle?
In primis è bene esserne consapevoli. Sun Tzu diceva: “Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”
Per seconda cosa può guidarci una celebre frase di Calvino: “Leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
Quindi, per dirtelo a parole mie, evita di rispondere con altrettanto sarcasmo, perché così facendo, potresti colludere, cioè rischi di entrare nello stesso gioco del sarcastico, che come una vedova nera non attendeva altro che ospitare la sua preda nella sua infima ragnatela.
Esci piuttosto dalla sua trappola chiedendo spiegazioni razionali, esplicita ciò che l’altro dice in modo implicito, mantenendo la calma e l’equilibrio.
Ad esempio se qualcuno ti dice sarcasticamente di non essere all’altezza per fare qualcosa, domandagli chiaramente “Scusami, non mi è chiaro, intendi dire che io non sia all’altezza?”. Il fatto di dover uscire dalla sua comunicazione paradossale, per utilizzare una comunicazione diretta, cambierà completamente la comunicazione stessa.
Non dimenticare che non dovresti mai consentire agli altri di sminuire sorridendo, la tua persona, le tue abilità o le tue scelte, perché a volte alcuni sorrisi possono essere lame affilate.
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE