“E subito il lupo balzò dal letto e ingoiò il povero Cappuccetto Rosso”. Se dovessimo fare un passo indietro tra le reminiscenze della nostra infanzia, assoceremo facilmente l’immagine del lupo a questo ruolo famelico ed aggressivo. Ciò è abbastanza buffo se pensiamo che il lupo sia l’antenato dei pelosetti amorevoli, che oggi ospitiamo nelle nostre dimore.
Infatti una delle conseguenze più importanti della domesticazione dei lupi non è stata la sua trasformazione in un fedele animale domestico, ma una radicale modifica di comportamento.
Il lupo, divenne cane circa 15.000 anni fa nell’Asia orientale, trasformandosi da predatore a compagno di passeggiate, guardiano delle pecore e aiutante nella caccia. La parola addomesticare viene dal latino e contiene la parola “domus”, che in latino significa “casa”, quindi addomesticare significa in qualche modo “rendere domestico”.
Infatti proprio il processo di domesticazione ha modificato totalmente la psicologia del cane, permettendogli di entrare meglio in sintonia con il suo nuovo capobranco, l’uomo, e capire tutti i segnali che provengono da lui.
I cani possono facilmente adattarsi alla vita in famiglia, grazie alle loro abilità attentive, alla sensibilità ai metodi comunicativi e al comportamento emotivo umano. Similarmente agli esseri umani, i cani tendono ad esprimere le emozioni attraverso delle vocalizzazioni, sembrano reagire alle sfumature emotive del pianto e del parlato di noi uomini. I cani, inoltre, eccellono nell’imparare attraverso l’osservazione, e ciò gli permette di seguire le regole della vita domestica.
Alzino la mano tutti i padroni di un cane che almeno una volta hanno detto: “Il mio cane mi capisce al volo”, “Guardalo, come capisce”, “Questo cane capisce più delle persone”. Una delle virtù che si attribuisce ai nostri amici a quattro zampe è l’empatia ed è uno dei motivi per cui li amiamo tanto, perché a differenza delle persone sembrano capirci sempre.
Ma non solo, i nostri animali del cuore hanno un’infinità di superpoteri, che li rendono speciali e che ci riempiono di motivi per amarli con grande intensità. Ci meravigliano quando avvertono anticipatamente il nostro arrivo o quello degli altri componenti della famiglia. Ci fanno disperare quando con la loro “vista a raggi X” raccolgono qualsiasi cosa commestibile o non commestibile che cade a terra. Ci emozioniamo con della loro capacità di entrare in sintonia con il nostro stato emotivo e di offrirci conforto ed energia.
Ma perché amiamo tanto i cani?
Il successo dei cani e delle altre creature addomesticabili sulla superficie della Terra è interamente dovuto al fatto che, in qualche modo, ci prendiamo cura di loro. La cura nasce da un sentimento che include in sé un impeto dell’animo e un’attività concreta. La cura richiede consapevolezza, perché quando divieni consapevole diventi responsabile di ciò che ti accade intorno. La cura richiede costanza, coerenza, creatività e pazienza, infatti prendersi cura significa accettare la sfida di vivere con l’altro.
Rivisitando una frase del “Piccolo Principe” è il tempo che tu hai perduto per il tuo cane che ha fatto il tuo cane così importante.
Oggi nessuno ha più la minima voglia di occuparsi di nessuno, nemmeno quando ne condivide la casa e il letto, nessuno ha più abbastanza attenzione, o pazienza, o tempo, da dedicare ad altri al di fuori di sé.
Per tenere qualcosa, devi averne cura, per averne cura devi capire di che tipo di cura ha bisogno.
Solo noi beneficiamo dell’amore dei cani? È solo un nostro egoistico bisogno o ci amano anche loro?
La scienza ha dimostrato che quando esseri umani e cani interagiscono il livello di ossitocina aumenta per entrambi. L’ossitocina è un “ormone dell’amore”, che si attiva anche con un abbraccio, un orgasmo o con la lattazione. Questa sostanza aiuta il cervello a stimolare l’empatia e la fiducia verso gli altri, fa sentire il bisogno di trovare conforto in una persona e provare affetto.
Gli animali toccano le parti più intime del nostro cuore: il nostro bisogno di protezione, il nostro bisogno di compagnia e amore.
Lui o lei vuole solo te: la tua presenza, il tuo affetto, la tua voce e il tuo tocco.
Amiamo i cani proprio per questo rapporto di cura-riconoscenza. Il rapporto tra uomo e pelosetto è fortemente basato sulla reciprocità.
Quando affondiamo il viso tra le mani, augurandoci di non essere mai nati, quando siamo disperati per l’ennesima giornata storta, quando la storia in cui credevamo fermamente finisce, i cani non ci giudicano in maniera saccente, non ci accusano di essercela cercata, e neppure si augurano che ci serva di lezione, ma si avvicinano a passi felpati, appoggiando la loro piccola testa sulle nostre ginocchi, ci fissano con i loro grandi occhioni sinceri, per dirci con lo sguardo: “Ebbene, ci sono sempre io lo sai. Andremo per il mondo insieme ci sosterremo sempre a vicenda, non è vero?”.
Questo rapporto autentico si può avere solo con un cane?
Assolutamente no, i rapporti autentici si possono avere con chiunque lo voglia e, proprio per questo, a volte la felicità inizia con un nasino umido e finisce con una coda.
Se hai curiosità o domande chiedi pure e se ti interessa rimanere aggiornato settimanalmente, su temi relativi al benessere ed alla psicologia, puoi Iscriverti alla Newsletter sul sito www.federicopiccirilli.it
Se hai voglia puoi lasciare anche il tuo passaggio e il tuo feedback sulla Pagina Facebook Dott. Federico Piccirilli.
Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE