“Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero. Ci hai mai pensato?”.
Così s’interrogava Mattia Pascal, il personaggio del celeberrimo romanzo di Pirandello. E tu ci hai mai pensato?
Capita a tutti, almeno una volta. Fantasticare, immaginare situazioni e scenari diversi rispetto alla propria vita ordinaria. Quando ci lasciamo andare a questo tipo di pensieri, esploriamo le mille possibilità che potremmo concederci, se solo volessimo.
Tuttavia però pensare di lasciare tutto e cambiare vita può passare dall’essere un innocente passatempo al diventare un vero e proprio pensiero fisso, alimentato da mancanza di gioia, stimoli e soddisfazioni. Una stanchezza profonda, che non si può colmare col sonno, una stanchezza che pervade la mente, una stanchezza di vivere.
“Spesso il male di vivere ho incontrato…” direbbe Montale e forse è una sensazione più comune di quel che si crede. Sei stanco di amare troppo, di preoccuparti troppo, dando troppo ad un mondo che non dà mai nulla in cambio. Sei stanco di investire in esiti indefiniti. Sei stanco delle incertezze.
Eppure ho una buona notizia per te: la stanchezza è buon segno!!
Vuol dire che probabilmente un tempo si è stati animati dalle più vive intenzioni, carichi di speranze e fiducia nel futuro e che quindi tutto ciò può rigenerarsi.
Se abbiamo cenere nel cuore un tempo siamo stati alimentati da una fiamma.
E ti dirò di più: la verità è che siamo tutti stanchi. Ognuno di noi. Da una certa età in poi, non siamo altro che un esercito di cuori spezzati e di anime dolenti, alla disperata ricerca di realizzazione. Vogliamo di più, ma siamo troppo stanchi per chiederlo. Siamo stufi di dove siamo, ma siamo troppo spaventati per ricominciare. Abbiamo bisogno di rischiare, ma abbiamo paura di guardare crollare tutto ciò che ci circonda. Dopo tutto, non siamo sicuri di quante volte saremo in grado di ricominciare da capo.
Quando queste emozioni ci pervadono vorremmo evitare tutto ed una delle frasi più usate è “lasciatemi stare”. In realtà non facciamo questa richiesta agli altri, ma a noi stessi. Ci stiamo chiedendo letteralmente di “lasciarci essere”.
Ma cosa significa?
Stiamo chiedendo di poterci lasciar andare, di esprimerci, di interrogarci, di ascoltarci, di ridefinirci. D’altronde la vita non è trovare se stessi, ma creare se stessi.
Come una fenice che riemerge dalle sue ceneri, le ceneri della nostra stanchezza possono portarci a costruire qualcosa di nuovo, fino a forgiare le ali del cambiamento. Perché arriva sempre un giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare.
La stanchezza, che sia fisica o mentale, comunica al nostro corpo o alla nostra mente un bisogno, che noi dobbiamo ascoltare e definire. Il dolore, la tristezza, il senso di vuoto, ci invitano a tornare all’essenza di noi stessi, ridefinendo le nostre priorità. Ci invitano a far addormentare le nostre angosce, i nostri timori, le nostre ansie, e a ricostruire con coraggio noi stessi.
Il coraggio di riconoscere se stessi è un coraggio raro e sono molti quelli che preferiscono incontrare il loro acerrimo nemico in campo aperto, piuttosto che il proprio cuore nell’armadio. E tu avrai mai il coraggio di riconoscere te stesso?
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Buon vento 😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE