Mi piacerebbe ma …
- Non ho tempo
- Non so a chi rivolgermi
- È troppo lontano
- Chissà quanto costa
- Mi vergogno
- é una cosa lunga
- Posso pensarci domani, o domani ancora …
Quante volte ti è successo? E quante volte ciò ha comportato un’inconsapevole rinuncia?
E ancora: quanti altri motivi di rinuncia hai trovato, più o meno veri, più o meno superabili, più o meno comodi?
In realtà ciò che vuoi non è rinunciare ma solo rimandare, procrastinare, … ripensarci, prendere tempo.
Mi accorgo che ancora non ho specificato di cosa sto parlando.
Beh, diciamo pure che questa premessa si potrebbe adattare un po’ a tutto, spaziando dal dentista a un amore o piuttosto a un nostro intimo desiderio; la caratteristica di base è comunque la sfera del “poco visibile”, seminascosto.
Mi spiego meglio: mettiamo caso che ci scheggiamo un dente davanti, … corriamo dal dentista nel gito di qualche ora, ma se il danno è nascosto nel fondo della nostra bocca, non è escluso che ci teniamo il moncherino almeno fino a quando esso non si fa sentire con un bell’ascesso! … “non posso”, “non ho tempo”, “ci penserò domani”.
Più o meno ci comportiamo allo stesso modo in relazione al nostro io. Lo trascuriamo, sino a quando incancrenisce; tanto in qualche modo riusciamo a mascherarlo, agli altri e a noi stessi. O almeno crediamo che sia così, ma in realtà quel tarlo rode in maniera molto più evidente di quanto tu creda, e fra un sorriso e uno scrollare di spalle fa capolino. Ma sì … il “male dell’anima” può aspettare! Come un molare scheggiato, oppure uno strappo nella canottiera o la polvere sotto al tappeto.
È paradossalmente meno visibile a te che a chi ti è intorno, che invece avverte quella piega amara che cerchi di mascherare.
Viviamo in una società in cui la mente ha sempre più spazio e tempo, e di conseguenza sempre meno riposo. Abbiamo macchine per ogni cosa: per lavare, per spostarci, per comunicare, per lavorare. Esse sostituiscono egregiamente le membra preposte, braccia, mani, gambe, piedi. Basta la semplice azione di un dito e praticamente tutto diventa accessibile.
Con l’affievolirsi della fatica fisica è quindi successo che sia aumentata in maniera esponenziale quella del nostro cervello. È questo che ci fa sentire così stanchi, spesso fiaccati, ma ci ostiniamo a illuderci che la mente sia più facile da nascondere.
Ricordate? La scorsa settimana ho voluto salutare con voi il nuovo anno parlandovi di quel vento che ci soffia dentro, e che è il motore di ogni nostro istante di vita. Un vento che evitiamo di percepire, concentrandoci a combattere i soli suoi effetti.
Il vento c’è ma non si vede, ho detto. Esso è cosa buona, il nostro motore; ci spinge e ripulisce; capita però talvolta che le nostre forze siano troppo scarse per seguirlo o contrastarlo, e allora i suoi effetti possono diventare devastanti. C’è dunque bisogno di un aiuto, una sorta di contrappeso o appiglio cui aggrapparci saldamente. …
“non ho tempo …”, “mi vergogno …”, “non so a chi rivolgermi …”, “è troppo lontano …”, “chissà quanto mi costerebbe …”, “ci penserò domani …”.
Non è forse quello che pensi?
Forse però ancora non sai che la soluzione c’è, a portata di mano, o meglio di dito! Nessuna necessità di sottrarre tempo prezioso, assoluta riservatezza e la comodità della tua poltrona preferita.
Sto parlando della consulenza on line. Sì, hai capito bene; ti è sufficiente l’azione di un dito e una normale connessione; può accadere che ciò sia sufficiente a spingerti nuovamente nella buona direzione oppure che rappresenti l’inizio di un percorso che scopri piacevole e utile.
Vedi quanto la tecnologia, che troppo spesso sembra fagocitarci, può invece esserci di aiuto? Del resto non per nulla la scelta dell’on line sta crescendo in modo esponenziale in tutti i settori, e nelle ultime festività si è imposta in modo massiccio nella scelta dei regali, o dei viaggi, come per le semplici necessità quotidiane.
E allora metti da parte le scuse e provaci. Per parte mia, in attesa di conoscere le brezze o le tempeste delle tue correnti, ti auguro buon vento e che ritorni, o si mantenga, il sereno!
Federico Piccirilli
Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve
Terapia a Seduta Singola
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Sacks O. L’uomo che confuse sia moglie con un cappello, La Feltrinelli