Il volto umano non mente mai: è l’unica cartina che segna tutti i territori in cui abbiamo vissuto.
Frase stupenda, dal punto di vista letterario ma soprattutto psicologico, tratta da ‘Diario di un killer sentimentale’ di Luis Sepúlveda, che proprio in queste ore ha terminato la sua fase di vita materiale e terrena.
Le sue parole invece no; non moriranno mai.
Il volto non mente. È vero. Mente la lingua, cercano di mentire gli occhi, mente il vibrare delle labbra e la salivazione, mentono le narici, le sopracciglia, ma il volto no.
Sul nostro viso si rivelano pensieri e sentimenti, e vi restano, lo colonizzano, rendendolo unico.
Mi permetto a questo proposito di aprire una piccola parentesi. Senza demonizzarne l’uso mirato almiglioramento, che può essere, e deve essere, assai utile e di giovamento alla sicurezza personale e a quel delicato processo interiore che si trasforma in autostima, il ricorso alla chirurgia estetica dovrebbe sempre essere valutata con estrema attenzione.
La modifica radicale dei propri tratti somatici, oppure l’eliminazione eccessiva dei segni del tempo sulla pelle, porta a un appiattimento espressivo che nulla ha a che spartire con la bellezza, con rischio di riflessi negativi anche nei rapporti interpersonali, nonché un senso di estraneità con la propria immagine. Chiusa parentesi.
Tornando alla capacità espressiva del nostro volto, come diceva Sepúlveda esso assume il ruolo di diario di un’intera vita; è, in sostanza, una cartina geografica in evoluzione e mutazione continua, i cui luoghi e confini sono tracciati dalla nostra mente.
Ogni volto è un mistero che traspare e si svela a chi sa leggerlo e interpretarlo. Un’infinità di piccoli muscoli produce movimenti netti e impercettibili vibrazioni, la circolazione ne varia il colorito. E poi i due grandi specchi della mente: gli occhi e la bocca.
Quando diciamo “guardami negli occhi”, per carpire se c’è verità e onestà, in realtà non ci soffermiamo agli occhi, ma esploriamo l’intero viso.
È dal viso poi che nascono antipatie, simpatie, rancori e amori. Chi non può usufruire della vista, chi è cieco, per conoscere tasta i volti con l’enorme sensibilità che hanno acquisito i suoi polpastrelli.
Chi poi può affermare di non essersi mai innamorato di un particolare modo di sorridere, o di arricciare il naso?
E chi fra voi può negare di aver dovuto reprimere l’istinto di menare schiaffoni solo in ragione di una fisionomia in grado di scatenare il peggio che è in ognuno di noi?
Secondo la scienza recepiamo alcuni tratti come più positivi. Basti pensare alle rotondità dei bambini (occhi, naso, bocca, guance, fronte), analogamente a quelle di tutti i cuccioli (che entrano a far parte di buona parte dello stereotipo della bellezza femminile), saggiamente studiate da madre natura per scatenare tenerezza, istinto di protezione e annullamento dell’aggressività, anche se purtroppo non è sempre così…
Un viso largo offre più sicurezza di uno stretto e adunco, e così occhi grandi e preferibilmente scuri, bocca carnosa con angoli rivolti verso l’alto. A proposito della pelata purtroppo gli studiosi non si pronunciano …
Pare poi che tendano a riscuotere maggior successo in termini di fiducia quei visi poco alterati dal trucco o da gioielli, e il motivo è da ricercarsi senza dubbio in quanto abbiamo detto nelle righe precedenti, e non piuttosto in una sorta di perbenismo.
A riguardo del piacere, permane una differenza piuttosto marcata fra uomini e donne. Pare infatti che queste ultime continuino a provare una certa attrazione nei confronti di quei visi che trasmettono parametri riconducibili a negatività, e in particolare a una personalità multipla derivata da un mix definito “dark triad”:
- psicopatica: egoismo, antisocialità e mancanza di rimorsi.
- machiavellica: essere manipolatori, avere una bassa morale e tendenza a sfruttare gli altri.
- narcisista: orgoglio e vanità, ego spropositato e scarsa, se non nulla, cura degli altri.Per dirla tutta, il ritratto di uno stronzo fatto e finito, troppo spesso confuso con il “bello e dannato”. Informazione comunque da vagliare attentamente, per quanto riportata da un gruppo di studiosi polacchi che ricollegano la suddetta tipologia di stronzo a una maggiore potenza sessuale e quindi maggiore capacità riproduttiva.Ragazze, donne … attendo smentita! Comunque sono intenzionato a riprendere l’argomento in un prossimo articolo e mi piacerebbe raccogliere qualche commento su cui poter lavorare … a più mani.
A conclusione mi viene in mente una piece teatrale degli inizi del ‘900, di larghissimo successo al punto di essere rappresentata ancora adesso. Scritta e firmata da un tal Chiarelli, s’incentra su di una squallida storia di corna all’interno di una società alto-borghese, con conseguente lavaggio dell’onta attraverso un simulato delitto d’onore. E della trama, permettetemi, in questo contesto non ci frega nulla.
Quello che invece ha attirato l’attenzione della mia memoria è il titolo: La maschera e il volto. Inevitabile e immediata è stata l’associazione di idee con i tempi correnti: La mascherina e il volto. Proprio così. Presto torneremo a mettere il naso fuori di casa, a respirare un’aria incredibilmente rinnovata, a osservare luoghi che ci appariranno inevitabilmente diversi, ma lo faremo molto probabilmente dietro una mascherina medica protettiva.
Buona parte del nostro viso è e sarà occultato.
Dobbiamo allora allenarci a leggere le mascherine nei nostri rapporti interpersonali? Un elastico che si tende e svela un sorriso, un ferretto che si tende e ci dice che il nostro interlocutore sta storcendo il naso, il tessuto che si gonfia e rivela un bacio …
Ci restano gli occhi. Ne accentueremo probabilmente l’espressività senza neppure accorgercene, ma anche le capacità interrogative.
Il problema sarà quest’estate. A quanto trapela è possibile infatti che in spiaggia, ammesso che ci potremo andare, daremo tutti con mascherina e, presumo, occhiali da sole. Beh, vorrà dire che ci affideremo alla voce, o semplicemente all’istinto.
Uno dei pochi luoghi fisici in cui è ancora possibile vederci “interi” e, di conseguenza, svelare appieno noi stessi, è paradossalmente il web.
E allora … “FACCIAMO GRUPPO”?
Sto avviando un gruppo (ONLINE 😉) per fronteggiare al meglio questo periodo.
Come scritto qualche giorno fa la sfida è uscirne non solo INTATTI ma anche MIGLIORATI 😎. Se hai voglia di dare un “senso” all’apparente “non senso” salta a bordo!
Se vuoi salpare con me scrivimi a info@federicopiccirilli.it per conoscere dettagli, costi e modalità di adesione a quest’avventura!
Un proverbio africano sostiene: “Se vuoi andare veloce vai da solo ma se vuoi andare lontano vai insieme”!
Buon vento😉
Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM), Fonte Nuova (RM) e Online